Moncalieri (Bivacco) da San Giacomo, anello per il Rifugio Pagarì

Moncalieri (Bivacco) da San Giacomo, anello per il Rifugio Pagarì
La gita
gieffe
25/06/2016

Picozza e ramponi indispensabili.

Ritorno sui luoghi che “enne “ lustri fa mi videro salire faticosamente, sotto il peso di un mitico zaino Falchi dalla capienza himalayana, insieme a Corrado, al Lago del Vej del Bouc, nostro campo base per 15 giorni. Esame di rilevamento geologico: su e giù per valli e monti tutto il giorno per cercare di dare un senso “geologico” alla tavoletta militare che via via si riempiva di colori e segni; prendere giaciture; raccogliere campioni martellando furiosamente le mitiche “anatessiti” del temuto Professor Malaroda.
Da allora, nulla o poco è cambiato in questo splendido angolo di Alpi … penso anche grazie al Parco delle Marittime che ha saputo conservare e valorizzare questi luoghi. Alcune indicazioni per i “no local”, come chi scrive: 1) salita al Rifugio Federici/Marchesini dolcissima, bella ma infinita. Sono 1500 m di dislivello che si sviluppano su un percorso di oltre 13 Km “macinabili” fra le 4 e le 5 ore a seconda del passo. E’ un lento ascendere sul Vallone del Colomb che via via scopre le sue bellezze: il Lago del Vej del Bouc sul versante opposto, il lago del Bianco dell’Agnel in testata della valle con le omonime creste dentellate, l’ampio anfiteatro dominato dalle cime del Clapier, Pagarì, Maledia, Muraion che fanno corona al rifugio; 2) rifugio piccolo e accogliente il cui merito va all’ospitale coppia che lo gestisce oramai da 25 anni. Cibo abbondante e di ottima qualità grazie all’accurata scelta dei prodotti “equo e solidali”. Da non perdere la birra prodotta in loco da Aladar così come il piacere di scambiare una piacevole ed istruttiva chiacchierata sul luogo o chiedere consiglio sugli itinerari “da e per”. Due persone veramente “super” che fanno la differenza; 3) molto bella la traversata sul sentiero balcone che scorre sotto le creste del Muraion e la salita nel selvaggio vallone di Pantacreus che conduce al bivacco Moncalieri, posto in posizione dominante e con due azzurrissimi e severi laghetti glaciali ai piedi (Lago Bianco del Gelas). Anche se non c’è sentiero l’itinerario è ottimamente segnato da bolli rossi; 4) Cresta dei Ghiacciai di grande soddisfazione. Regala una vista grandiosa sui due valloni percorsi dall’itinerario e non presenta alcuna difficoltà nelle attuali condizioni. Esposta, ma sufficientemente larga da non creare patemi a chi soffre di vertigini, richiede su qualche passo l’uso delle mani. Nulla di più fino al Passo dei Ghiacciai; 5) traversata del glacionevato del Gelas da affrontare con un po’ di attenzione nella parte iniziale dove, anche se per pochi metri, la pendenza è di circa 40°, per poi addolcirsi rapidamente via via che si procede verso ovest (Pera de Fener). Picozza e ramponi indispensabili; 6) discesa verso il rifugio Ellena/Soria (sentiero) al cospetto dell’Argentera ed impreziosita dall’occhio blu del Lago della Maura; 7) rientro a San Giacomo per il Vallone della Barra … da sopportare. Oggi in allegra compagnia di Aldo, a cui va il merito di aver proposto questa magnifica traversata, del giovin e “ciarliero” Filippo e dell’amico Roberto dal passo “lievitante”, sempre sinonimo di sicurezza per chi a lui si accompagna.

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