Moiazza, Cengia delle Mesenade e del Belìa

Moiazza, Cengia delle Mesenade e del Belìa
La gita
andreamilano
5 24/10/2015

Una volta appurato che il lato sud della Moiazza è sgombro da neve, scelgo quest’itinerario che avevo in mente da un po’. Parto con “il libro delle cenge” nello zaino, che è plastificato e pesa un po’. Mi porto anche imbrago, ferraglia, corda e ramponi che non serviranno mai.

Il libro rimane sempre nello zaino, e infatti sbaglio strada 4/5 volte da povero principiante. Le tracce che portano alle varie vie ‘arrampicata sono varie e molto fuorvianti. Una più di tutti porta ad una cengia cieca dove incontro due che si calano in doppia.

Molto vicino alla rinuncia, trovo infine la retta via. Bisogna solo seguire i segni rossi e tralasciare tutte le altre tentazioni.
C’è un po’ di neve all’attacco della cengia. Ma poi senza problemi. Tutto i tracciato fila via con piacere, senza mai avere fifa nonostante il baratro. In un paio di occasioni vedo due figure che mi precedono di 10/15 minuti, ma non li mai raggiunti. Che fossero visioni ?

La discesa dalla Cengia del Belìa è la parte più ostica. Vista la posizione in ombra, c’è un po’ di neve e bisogna prestare molta attenzione sulle gande erbose ghiacciate e in un canalone buio e ghiacciato. Non c’è niente di difficile, ma tutto sporge sul precipizio.

Alla fine riesco ad arrivare al ghiaione finale con sollievo e poi al rifugio. Riguardando la Moiazza dal rifugio al tramonto sembra impossibile l’idea di aver camminato su quegli esili ballatoi.

Giornata calda, tersa e assolata come a settembre
6 ore e mezza per il giro
Gita grandiosa. Da consigliare

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