Mischabel (Dom de) Via Normale da Randa per la Domhutte

Mischabel (Dom de) Via Normale da Randa per la Domhutte
La gita
gondolin
5 19/07/2020
Accesso stradale
In auto sino a Randa. Per chi arriva dal Piemonte consigliato il passo del Sempione

Siamo partiti zaini in spalla dal parcheggio antistante la stazione ferroviaria di Randa, attraversando il paese e seguendo le indicazioni per l’Europahutte imbocchiamo il sentiero che porta alla Domhutte. Passiamo sotto il Charles Kuonen Hangebrucke (il ponte tibetano più lungo del mondo) e poco dopo troviamo l’indicazione per la Domhutte. Il sentiero si biforca e dopo un pò si imbocca il sentiero che ha alcuni tratti attrezzati con catene e scalini metallici qua e la per raggiungere la Domhutte: nulla di impegnativo, non servono kit da ferrata, solo un pò di attenzione, in 2 ore e 45 minuti dalla partenza siamo al rifugio. La Domhutte è un rifugio bello e confortevole, con una vista stupenda sul Weisshorn, sullo Zinalrothorn, sul Cervino e sui Breithorn. L’unica misura anti-covid che abbiamo visto adottata sono alcuni dispenser di disinfettante per le mani: per il resto normale routine da rifugio, nella mia camerata eravamo tutto sommato in pochi. Cena nel complesso buona, bis di riso e spezzatino provvidenziale per saziare l’appetito procurato dal dislivello fatto per arrivare al rifugio. Le gestrici del rifugio sono gentili, non parlano italiano ma un ottimo inglese, quindi nessun problema di comunicazione. Applicano le facilitazioni previste per i soci CAI, occorre presentare la tessera. Chiediamo informazioni sulla Festigrat e ci riferiscono che c’è già ghiaccio fuori da giorni, e pertanto ce la sconsigliano esplicitamente.
La mattina seguente sveglia per la colazione servita alle 2.30 : ce la prendiamo con tutta la calma possibile, per non prendere troppo freddo, e partiamo buoni ultimi intorno alle 3.40. Il sentiero parte dietro al rifugio ed è segnalato da svariati ometti, forse anche qualcuno di troppo, per cui conviene prestare un pò di attenzione per non divagare troppo e non sbagliare strada, visto che si parte in piena notte col buio. Il ghiacciaio comincia a quota 3.300 m circa: conviene ramponarsi ma non è ancora strettamente necessario legarsi in cordata, sino al Festijoch si incontrano solo un paio di crepacci ben visibili e con ponti buoni ed evidenti. Raggiungiamo l’attacco del Festijoch poco prima dell’alba, c’è già luce e la visibilità è buona: saliamo senza legarci, ramponi ai piedi per non perdere tempo, con facile arrampicata su passaggi al massimo di 2° grado su roccia mediamente mediocre e sfasciumi. Quando raggiungiamo la sommità del Festijoch comincia a sorgere il sole, e così ci leghiamo al cospetto della Nadelgrat incorniciata dai colori dell’alba. Vediamo un paio di cordate impegnate sulla Festigrat che procedono con un pò di circospezione sul primo tratto ripido della Festigrat, che sembra povero di neve recente, così optiamo definitivamente per la normale e scendiamo di circa 80 m su ottima traccia per raggiungere il ghiacciaio Hoberggletscher. La traccia compie un primo arco per evitare un paio di crepacci evidenti e con buoni ponti, per poi guadagnare quota sul primo tratto poco ripido ed immettere sull’ampio versante nord-ovest del Dom de Mischabel che adduce alla cima. La traccia presente è ottima ed i tratti con neve dura sono rarissimi e presenti solo sulla parte finale della salita: il freddo è davvero pungente, e finalmente troviamo il sole poco oltre quota 4.000 m. Intanto le pendenze aumentano ed in alcuni punti, prima di raggiungere l’ampio anfiteatro sommitale, raggiungono i 40 °, ma con le condizioni di oggi si sale senza alcun problema. Dopo circa 5 ore e 15 minuti dalla partenza raggiungiamo l’anticima, attendiamo che una cordata numerosa liberi la cima e raggiungiamo la croce di vetta con una brevissima camminata su cresta nevosa esposta. Ci godiamo lo splendido panorama a 360 gradi sulle Alpi, facciamo qualche foto e, incoraggiati dal freddo, iniziamo subito la lunga discesa. Dopo la breve ma faticosa risalita al Festijoch dal versante nord-ovest, visto l’affollamento di cordate che si calano in corda doppia e la stanchezza affiorante, optiamo anche noi per fare due brevi doppie con la nostra corda da 40 m: vi sono numerosi ancoraggi (alcuni su maillon, altri su singolo spit), noi abbiamo fatto una prima doppia da 15 m circa, poi abbiamo disarrampicato la parte centrale e con un’ulteriore doppia da 20 m abbiamo raggiunto il Festigletscher. Da qui discesa ramponi ai piedi sotto il sole cocente sino a quota 3.300 m e poi su sentiero sfasciumoso sino alla Domhutte, che raggiungiamo poco dopo le 12. Ci concediamo una breve sosta, panino e birra, saldiamo il conto del rifugio(non accettano pagamenti elettronici, bisogna portarsi il contante) e scendiamo abbastanza speditamente a Randa, che raggiungiamo stanchi e con i piedi doloranti intorno alle 16.

Gita molto bella con splendidi panorami in due giornate dal meteo perfetto: non presenta particolari difficoltà tecniche ma è fisicamente piuttosto impegnativa.
In compagnia dei Confratelli Andrea il Valdostrano ed Ezio il Saggio, che ringrazio per questa bellissima ascensione da me a lungo desiderata.

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