Mischabel (Dom de) Via Normale da Randa per la Domhutte

Mischabel (Dom de) Via Normale da Randa per la Domhutte
La gita
barrosismo
5 12/07/2020

Per cercare di rendere più umana la fatica della gita, decidiamo di salire alla Domhutte passando dal Charles Kuonen Hangebrucke, ovvero il ponte tibetano più lungo del mondo. In questo modo, non solo si passa sul ponte (esperienza sconsigliata per chi soffre di vertigini!), ma si sale in maniera più dolce rispetto al rude sentiero ufficiale che parte da Randa. Dati gli zaini pesanti, abbiamo preferito allungare un po’ lo sviluppo, con lo scopo di salvaguardare le gambe. Soluzione assolutamente consigliata. Veniamo accolti a Randa da 12°C, vento e pioggerella. Appena partiti l’intensità della precipitazione aumenta così aspetteremo mezz’ora nei pressi di una stalla prima di partire. Una volta sul sentiero la visibilità è minore di 30m, e con il bagnato le difficoltà dei tratti attrezzati non si devono trascurare. Domhutte: nessuna norma anti-Covid viene applicata ma rifugio bello e moderno, non grande. Rifugiste simpatiche, gentili, non parlano italiano ma un buon inglese. Eravamo gli unici italiani presenti. 70 CHF la mezza pensione per soci CAI/CAS, 10 CHF per 1.5 litri d’acqua, 12,5 per una boccia di tè. Cena davvero esperienziale: zuppa di pasta passabile, spatzle quasi ok (ma sconditi), funghi con terrificante cremina salsina (carne per i non vegetariani) con piselli, carote, poi come dolce una chimicata tipo creme caramel. Colazione (decente) per il Dom alle 2.30, siamo partiti alle 3.45 dato il freddo non serviva correre. In cima in 6 ore e 45 minuti. La neve inizia poco a monte dei posti per le tende, a circa 3250m. Il primo crepaccio che si incontra è il più grande e pericoloso, ma per ora il ponte sembra a posto. Senza possibilità di errori s’arriva al famoso tratto roccioso. Casco obbligatorio e attenzione alle pietre. Subito un passo un po’ rognoso su roccioni di 2°, poi più facile ma sempre in piedi fino al colletto. Presenti almeno 3 anelli da calata, tutti sicuri e utilizzabili. Dal Festijoch si scende su neve dura (no ghiaccio, ma si sente sotto) fino al pianoro a tiro di seracchi. Qui parte la normale con qualche crepo ma è tutto ben chiuso. Più saliamo e più troviamo neve fresca, per fortuna già ben tracciata dai mattinieri svizzeri. I tracciatori decidono di salire vicino a un grande seracco presso il quale troviamo ghiaccio. Andrà meglio in discesa con una nuova traccia che evita più a destra il punto ghiacciato e ripido. Lunghe diagonali portano al tratto sommitale che risulta un po’ ghiacciato ed esposto, soprattutto nei pressi di alcune roccette, fare attenzione. Ci godiamo poco la cima per colpa del vento gelido che ci aveva accompagnato per tutta la salita. Croce di vetta con tanto di cristo kitch, davvero oscena anzi forse la più brutta mai vista. Panorama fuori da ogni logica, si vede mezza Europa. Discesa senza storia fino alle doppie. Qui troviamo un po’ di coda e la risolviamo in un’ora circa. Discesa rifugio-Randa in 3 ore passando dal ripido e sassoso sentiero ufficiale. Non sottovalutare i tratti attrezzati. Parcheggio 22 CHF per due giorni.

Con Davide e Meme per una indimenticabile due giorni per salire una montagna mio sogno da molti anni. Grazie. Dopo il doping a 4000m a base di datteri ‘dattero is the new foglia di coca’…

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