- Accesso stradale
- Parcheggio a pagamento vicino stazione 8 CH al giorno (solo CH)
- Osservazioni
- Nessuno
- Quota neve m
- 2900
Gita di grande soddisfazione e di notevole impegno fisico. Il rifugio Domhutt non è custodito ma molto accogliente con luce elettrica ed una piccola cucina fornita di alcune stoviglie e fornello. Per soci CAI il costo è di 23 CH pari a circa 16.5 euro da pagare con bollettino presente nel rifugio.TIM prende benissimo. Il percorso per arrivare al rifugio si svolge nella prima parte su un sentiero molto redditizio e il tratto finale di via ferrata è attrezzato benissimo. Noi per scelta siamo saliti con le scarpe leggere da “ginnastica” preferendo avere qualche chilo in più sullo zaino ma comodità nella salita soprattutto nel tratto della ferrata.(consigliato). Il peso è stata la componente che ha caratterizzato il primo giorno di avvicinamento , ma in ogni caso andando con calma si impiegano tra le 4 e le 4:30. La neve inizia proprio dietro il rifugio. Sabato siamo partiti alle 4 seguendo all’inizio il sentiero segnato con ometti (stare sempre sulla sinistra) fino a raggiungere la neve. Calzati li sci si arriva in prossimità del Festijoch . Noi seguendo le indicazioni di tre polacchi che lo avevano percorso il giorno prima abbiamo salito un canale che seguendo poi la cresta nevosa e poi rocciosa ci ha permesso di arrivare al Colle. I 4 sloveni e i 3 francesi compagni occasionali della salita hanno preferito salire il canale ufficiale vicino al percorso estivo più vicino al colle. Necessario valutare al momento il percorso migliore. Calzati gli sci abbiamo risalito il ghiacciaio Hohberg Gletsher passando sotto imponenti seraccate. Al momento i crepacci sono ben coperti. Poi siamo saliti in direzione della vetta sulla massima pendenza con gli sci nello zaino ma a causa di fastidiosi riccioli di neve mossa dal vento e valutando la poca sciabilità del pendio , a quota 4250 abbiamo abbandonato gli sci e continuato a piedi fino al ripido pendio finale che conduce alla vetta. ATTENZIONE all’enorme cornice presente in vetta che purtroppo si vede solo quando ci sei vicino o sopra. Vedendo la cornice ci è venuto in mente il povero Patrick Berhault caduto proprio su una cornice simile sul vicino Taschorn. Dalla vetta abbiamo scoperto che se a quota 4200 avessimo deviato in direzione sud-ovest (andando a destra invece di salire in direzione della vetta) avremmo potuto salire e scendere con gli sci su pendii sostenuti ma non rovinati dal vento. In discesa neve compressa non facile nella parte alta e sempre meglio man mano che si scendeva. Attraversato il Festijoch nello stesso modo del mattino e poi calzati nuovamente gli sci discesa su firn primaverile fino al rifugio stando sempre sulla destra. Vista l’ora (15:30) abbiamo deciso saggiamente di dormire ancora una notte al rifugio e partire poi la mattina dopo riposati e soddisfatti. In compagnia di Luciano (CAI di Bolzaneto), Stefano (CAI Ligure) , “sanet” ed Ettore del CAI ULE Ge-Sestri