- Accesso stradale
- La strada del Piccolo è perfettamente sgombra anche si per arrivare al colle si passa tra notevoli muraglie di neve.
- Osservazioni
- Visto valanghe a pera esistenti
- Neve (parte superiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Neve (parte inferiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Quota neve m
- 2100
- Equipaggiamento
- Scialpinistica
Speravamo in una notte serena che consentisse un sufficiente rigelo, ma così non è stato. Partenza ore 6,30, temperatura + 6. Rigelo 0! Neve trasformata ma molle su tutto il percorso. Il pendio che adduce al colletto tra la P. dell’Hermite e la quota 2849, oltre che ripido era particolarmente sfondoso e battere traccia ci ha affaticato non poco oltre che allungare l’orario. Raggiunto il colletto “l’ampio e pianeggiante ghiacciaio di Arguerey” di cui alla relazione sul libro di Pietro Giglio è un lontano ricordo: si può scegliere tra un traverso su pendii ripidi ed esposti sotto la P. dell’Hermite e una discesa di un paio di centinaia di metri su pendio molto ripido per raggiungere il vallone della P. Lechaud.
Oggi non era cosa: i pendii sopra il traverso molto carichi, la neve a nord non ben assestata e soprattutto la temperatura troppo alta ci hanno indotto a rinunciare alla vetta e girare i buoi. In discesa neve primaverile molle e molto lenta. Qualche curva si è fatta ma il firn perfetto è tutt’altra cosa!
Con Alberto, in perfetta solitudine, che abbiamo molto apprezzato così come l’ambiente e panorama bellissimi. Ne valeva comunque la pena.