Una pietra miliare dell’alpinismo piemontese
Fatto 4 tiri per raggiungere la via vera e propria
Itinerario logico, arrampicata talvolta piacevole; roccia non così male nella via, non proprio buona ma mediocre. Comunque qualche televisore siamo riusciti a buttarlo giù lo stesso.
Abbiamo artificialato alla grande, complimenti a chi sale in libera (però tutte queste tracce di magnesite sul tiro di A3 non sono troppo etiche!)
Usato da micro a 3 BD, nuts, due chiodini a lama ed un U
Soste ottime, consigliato coltello per cordoni marci. Non ho trovato S9 (chiodo singolo) e quindi ERRORE ho fatto il tiro nel diedro di 50 m! Benchè non difficile, la qualità della roccia e il numero di chiodi presenti cambia! Solo un nut incastrato. Per fortuna c’è una sosta, ci siamo calati e tornati sulla retta via. QUINDI: appena sulla cengia, cercate il chiodo in basso COME BEN SPIEGATO DA ELENA83, ora c’è un vecchio cordone marcio vicino. E seguire le tracce di gomma sulla roccia causate dalle calzature.
Camino d’uscita bagnata, facile ma mentalmente cambia la questione.
Alla fine ci si protegge abbastanza bene ovunque, praticamente tutti i chiodi sono buoni. Meno terrorizante di quanto ci aspettassimo?
Con Trilly “se le Dolomiti sono così, non ci vado”, che concatena i tiri della parte bassa pur di fare in testa il tiro di A3.
Secondo me è una via che se si ha una cordata davanti, è meglio non andarci (o sorpassarla in fretta).
Il disegno di Ste83 è ben fatto e corretto, ma a mio parere, la relazione migliore rimane quella dei guida monti d’Italia!