- Accesso stradale
- Ok fino a Forno Apli Graie.
Gita lunga, molto lunga.
Probabile seconda ripetizione, dopo quella dei fratelli Enrico di qualche giorno fa, che ci riempie di soddisfazione.
La via tecnicamente non è difficile, ma è una vera salita alpinistica, che va cercata tiro per tiro e non ha nulla da invidiare ad altre più blasonate.
Partiti alle 4 dal bivacco, alle 8 all’attacco, perso un po’ di tempo perché siamo andati troppo a sx (si deve restare sulla destra del gendarme). Altra nota su L8/L9 (fatti in conserva): di terrazzi erbosi ce ne sono molti, se andate su quelli più a sinistra, lo sperone (come capitato a noi) ve lo ritrovate a dx (a sx ce n’è un altro, sempre rosso, ma più difficile e che porta fuori via). Con una certa emozione abbiamo trovato l’unico chiodo con fettuccia originale, ormai quasi in vetta!
Rientro: doppie sui cordoni lasciati dai fratelli Enrico pochi giorni fa, da fare con molta attenzione, su terreno a dir poco scabroso.
Atterrati sul ghiacciaio (qualche crepaccio da aggirare facilmente) e poi rientro eterno verso Forno (la mancanza di neve rende tutto più lento, soprattutto dalle Cime Piatou verso il Soardi, su terreno marcio).
I rientri possibili dal Colle di Santo Stefano e dalla Cima Groscavallo sono, a nostro parere, molto più complessi, vista la situazione nivologica attuale, consigliamo quindi il rientro da Sea.
Grazie mille ai fratelli Enrico per la preziosa relazione (si trova sul loro sito) e per i consigli del sabato: hanno reso la salita un po’ meno in “stile apertura” 🙂
E ovviamente grazie a Paolo che ha cercato, trovato e scalato in libera la via!