Val di Mello, Scoglio della Metamorfosi – Polimagò

Val di Mello, Scoglio della Metamorfosi – Polimagò
La gita
vallantetic
4 02/06/2007

Polimagò prende il nome dall’omonimo giornale, specializzato nel mischiare le più interessanti parti femminili a facce di prelati, notabili democristiani, generali dell’esercito.
Arrivò solo tre volte in edicola, poi la redazione venne letteralmente rasa al suolo su ordine del ministro dell’Interno.
E’ invece sopravvissuta la via, divenuta nel tempo una classica abbastanza temuta.
Basti sapere che durante l’apertura Jacopo Merizzi fece un volo quando era già a 30 metri dalla sosta senza protezioni intermedie. Per definizione è la più facile delle vie difficili della Val di Mello.
Mai banale, necessita una certa dimestichezza con la posa delle protezioni perchè non sempre sono possibili e quindi
l’ultimo deve sempre essere buono. Ansiolitico il traverso in placca di 30 metri completamente sprotetto del sesto tiro.
Se vi piace l’arrampicata su granito questa via per la qualità della roccia, l’ambiente, la logicità dell’itinerario, e la varietà dei passaggi vi può offrire quel gusto retrò e romantico delle vie che pur non essendo estreme non addomesticate a spit.

Alla sosta del terzo tiro è uscito il chiodo angolare (praticamente l’unico che, collegato con uno molto più basso, costituiva la sosta). E’ stato sostituito da un chiodo a lama, è possibile metterne almeno un altro. Chi va a ripeterla lo consideri.

Un unico consiglio: se arrivati all’attacco vi venisse in mente di bere l’acqua del fiume, controllate (come purtroppo non abbiamo fatto noi), che sulla cengia sommitali non sia presente qualche carcassa in putrefazione di un caprone che ha fatto un colo non protetto …insomma portatevi su l’acqua.

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