Percorso di escursionismo difficile (o alpinismo facile), con lunghi tratti molto esposti, su terreno vario, che richiedono piede sicuro e attenzione continua, potendo cadere solo una volta; in un paio di punti ho dovuto ricorrere al passo del gatto, ma non è detto che debbano farlo tutti.
Credo che le difficoltà non superino il 1° grado, ma vedere sempre i tetti di Balme non mi distende molto; ci sono anche alcune corde fisse decisamente utili.
Tutta la via è ben segnalata con tacche di minio sbiadite ma ravvicinate che rendono difficile perdersi: se non si vedono tacche significa che si è fuori percorso e bisogna rientrare subito.
Dopo la confluenza con il sentiero normale (quota 2358) si può finalmene respirare, ma attenzione all’orientamento perchè i segni sono distanziati e con nebbia non vorrei essere lassù, anche se ho aggiunto qualche ometto.
Credo che siano da ringraziare gli ideatori e realizzatori di un percorso così ardito su un terreno così impervio, ma, con ciò, le lodi sono finite, perchè il problema è scendere sul cosiddetto itinerario normale, che non è un vero sentiero,magari anche ripido ed esposto, ma una serie infinita di salti, gradoni,roccette, pietroni,sfasciumi, dentro ad un canalone che, per fortuna, era asciutto, ma che con pioggia o temporale può trasformarsi di colpo in una ” trappola verticale” molto pericolosa (e anche senza acqua non è il massimo della goduria), mentre io mi aspettavo di poter, finalmente, rilassare i muscoli perineali.
Sarebbe il caso di scrivere su un cartello, alla partenza, che non non si sale con tempo incerto o terreno bagnato e che anche la discesa è per escursinisti esperti, non una facile passeggiata per signorine, svolgendosi quasi sempre su itinerario segnalato ma difficoltoso, che può diventare un torrente, dove è richiesto sovente l’uso delle mani.
Ringrazio anche l’anziana signora del Caffè Nazionale perchè è ancora lì a soccorrere i viandanti
La valutazine **** è solo per la salita; alla dscesa posso dare – *.