Meije orientale (la) da le Pont d’Arsine

Meije orientale (la) da le Pont d’Arsine
La gita
mat-teo
5 02/07/2022
Accesso stradale
Le indicazioni reperite qui sono molto artistiche diciamo in quanto il bivio indicato poco prima di La Grave sono 6-7 km prima di La Grave stessa, semmai è poco prima di Villar D'Arene e se si segue il cartello con indicazione Pied du Col non si attraversa nessun villaggio ma si arriva a Pont de Brebis ( unica info corretta)

Gitona della madonna, una montagna che non regala nulla soprattutto per dislivello da coprire più che per le distanze percorse ( il gps ci dirà poco più di 15 km coperti auto-cima-auto). seguima le indicazioni stradali riportate qui sul blog e perdiamo più di un’ora per trovare il punto corretto dove lasciare la macchina. Partiti carichi come asini per coprire i 1800m circa per arrivare al rif. de l Aigle, tutto ok impossibile perdersi anche nella zona della pietraia prima di arrivare alle prime roccette dove poi si continua ancora su ciò che rimane del glacier du Bec, dei nevai non lunghi ma che diventano sempre più ripidi man mano che si sale (a scendere abbiamo poi usato una picca ma no i ramponi) per arrivare alle rocce che scendono dal col du Bec. In salita siamo passati non sul filo ma leggermente lato destro a picco sul glacier du Tabuchet, max II ma parecchio esposto per poi ricongiungerci con le tracce di sentiero; a scendere invece abbiamo seguito il filo che è il percorso corretto e i passaggi sono sempre di max II e in alcuni abbastanza esposti. Noi l abbiamo fatta in entrambi i casi slegati sia per maggiore velocità ma anche perchè non ci sono molti punti buoni dive eventualmente assicurarsi e bisogna fare attenzione a cosa si prende in mano. Passaggio della Vire Amieux facile ma esposto per sicurezza abbiamo usato un cordino con moschettone al cavo metallico. Attacco del ghiacciaio con subito un paio di crepi ma con ponti solidi per ora, anche i 3-4 crepi successivi sono tranquilli come ponti tranne uno dove il ponte è veramente delicato, meglio fare un bel saltone come abbiamo fatto noi. Il rifugio è veramente degno del suo nome un vero nido d’ aquila, piccolino ma molto confortevole, e la gestrice Beatrice è super gentile e disponibile. La salita alla vetta si fa in un paio d’ore, ghiacciaio tutto chiuso e i pochi crepi hanno ponti solidi e anche la terminale ad ora è abbastanza chiusa e si supera su ottimi gradini, invece il pendio di una cinquantina di metri appena sopra è completamente in ghiaccio sotto un paio di cm di neve noi a salire abbiamo usato due viti, e sono vivamente consigliate due picche non di quelle leggere. e qua inizia gara con una guida francese che appena ci apprestiamo a salire la paretina parte letteralmente di corsa per essere il primo a salire..boh…dopo di questa breve crestina nevosa e poi si scala il primo risalto roccioso max II con un passaggio un po’ esposto e alla fine c’è anche una sosta su chiodi con cordone e maillon. poi ancora un alternarsi di crestine, passaggi di misto molto belli e divertenti, mai difficili ma non banali e non da sottovalutare in caso di ghiaccio. Fuori dall’ultimo tratto di misto brevissimo pendio sui 40° che porta a una crestina breve ma affilatissima che abbiamo tracciato poi spiana e si allarga sulla cima. panorama mondiale sul vicinissimo Doigt de Dieu, Barre des Ecrins, altre montagne della zona e il Monte Bianco in lontananza. Discesa snza troppi problemi facendo attenzione alle parti più ripide in neve e con attenzione disarrampicando sulle rocce fino al pendio ghiacciato dove anche qua abbiamo disarrampicato mettendo viti di tanto in tanto per protezione e poi senza difficoltà al rifugio, giusto il tempo di riposarsi un attimo prima di intraprendere il viaggio di ritorno fino alla macchina che è infinito!

Meta a torto sottovalutata dagli alpinisti italiani, se ne vedono pochi da queste parti, ma che merita davvero tutta la fatica spesa. Un super grazie al socio Diego che me l’ha proposta, affiatamento della cordata super, veloci ma in sicurezza quando serve.

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