Meije (la), Grand Pic Cresta del Promontoire e traversata delle creste

Meije (la), Grand Pic Cresta del Promontoire e traversata delle creste
La gita
steu94
5 29/07/2016

Ottime condizioni! Salita spettacolare!

Saliti dalla Berarde, logisticamente un po’ scomodo (quasi tre ore di autostop per tornare a prendere la macchina); il percorso è più tranquillo anche se parecchio lungo (4 ore e mezza): comunque sia salire dalla Berarde e scendere alla Grave è super estetico e completo! Invece la salita dalla Grave presenta ghiacciaio parecchio bucato ma ben tracciato.

La salita al Grand Pic è completamente asciutta tranne la zona sotto il Carrè poco bagnata e l’ultimo risalto sotto la punta a tratti verglassato.
La relazione di gulliver è molto buona, la salita è comunque abbastanza evidente.
Aggiungo solo un paio di cose:
– dopo la cengia prima di entrare nel canale Duhamel siamo saliti ancora per un po’ lungo una serie di camini, entrati nel canale a metà circa della sua lunghezza (evitando la doppia);
– dopo aver superato il Pas du chat, raggiungere una zona da bivacco e proseguire lungo il diedro fessurato a destra per una decina di metri per accedere alla cengia che porta sul ghiacciaio sospeso. Ci si potrebbe tenere più a destra ma la roccia è poco stabile;
– il ghiacciaio lo abbiamo salito lungo la sponda sinistra e attraversato sul bordo superiore, attraversarlo in diagonale a metà altezza è parecchio rischioso;
– sul risalto finale prima del Cheval Rouge abbiamo seguito l’evidente camino per una cinquantina di metri e poi attraversato verso destra su placche e risalti fino al facile (parecchi chiodi e soste). Attraversato quindi verso sinistra fino al passo chiave (altri chiodi).
Lungo la linea di salita si intravede qualche spit che però porta fuori via.

Dalla punta per continuare verso la cresta, scendere per una ventina di metri lungo il versante nord ignorando una prima vecchia sosta su cordoni marci e andare a prendere la linea di calate su soste a spit (mai visto maillon così grossi!!).

La traversata sotto il Dent Zsigmondy presenta tratti di ghiaccio vivo ma il cavo aiuta parecchio la progressione e gli spit di ancoraggio possono essere rinviati.
Il resto della cresta è abbastanza facile e intuitivo, la neve velocizza il tutto. Per scendere dai denti verso le brecce successive si possono usare le varie soste su chiodi. Con l’ultima calata, anche se avevamo corde da 60 non siamo riusciti a saltare la terminale che però si passa facilmente a piedi. Discesa verso l’Aigle veloce, qualche buco piccolo da saltare.

La discesa a valle è ancora parecchio lunga e articolata quindi se si arriva tardi al rifugio secondo me è meglio fermarsi a dormire.

Come materiale abbiamo usato 8 rinvi (utili alcuni allungabili) e friends da .3 a 2 BD. No nuts e chiodi.

Con Eli

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