Meccio (Torrioni di) Traversata dalla Cresta Nord

Meccio (Torrioni di) Traversata dalla Cresta Nord
La gita
abo
03/09/2016

Salita d’antan è dire poco… fino al Lac Blanc è una bella passeggiata fuori dalle rotte più battute ma in un ambiente molto bello e panoramico. La salita al colletto di meccio è abbastanza ripida e su terreno “misto” (sfasciumi eterogenei, terra, erba,ecc) ma niente di insuperabile. Dal colletto inizia la breve ma esposta e non facile parte di scalata. Fino alla cengia col cordone arancione (lasciato per la doppia) non ci sono problemi e si passa un po’ ovunque, da lì all’intaglio al di sopra si è sempre su placche o brevi tratti più verticali comunque affrontabili in conserva. Dall’intaglio alla base del torrione N c’è un tratto di cresta molto affilata in cui occorre fare attenzione anche alla qualità della roccia. Alla base del salto finale ho tolto un vecchio cuneo in legno e ho lasciato un chiodo verde per sosta (come scritto in relazione integrandolo con un friend viene fuori una sosta decente). Il tiro per la cima N si protegge bene all’inizio con un cordone, poi si rinviano i due ch. (portare allunghini) e quindi si esce sulla parete E: il chiave è proprio un passaggio verticale all’altezza del ch. con piedi su roba piccola ed esposizione molto forte, passato questo tratto volendo si mette ancora un nut medio in una fessura e si arriva alla sosta (tolto un caos di cordoni strappati datati al paleolitico e lasciato cordone rosso). Diciamo che la parte più delicata della salita e da lì fare gli ultimi 2m per la cima: non capisco come faccia ancora a stare in piedi una cosa così!! Il blocco sommitale sarà si e no 50cmx50cm, in confronto la famoso guglia del grepon della foto di rebuffat è un campo da calcio… Breve doppia fino al colletto e poi il dubbio: si salirà la paretina N del torrione S? LA GMI dice che la parete (molto breve, sono 15-17m) era stata solo discesa in doppia in occasione della prima travesata dei torrioni e in effetti non si vedevano segni di passaggio se non la sosta di calata in cima. Alla fine dopo un po’ di indecisione mi sono deciso a provare: prima parte sotto al tettuccio in placca, chiodino un po’ traballante in un fessurino e poi via sullo spigolo; qui c’è il primo “chiave”, una sequenza da fare tenendo il bordo dello spigolo in dulfer e spalmando i piedi sui licheni della placca. Sono solo 2-3 movimenti ma niente male, poi finalmente c’è una fessura fatta apposta per un incastro di mano e un buon friend (2 della kong, dovrebbe essere un .75-1BD). Di lì si sale ad un ripianetto per i piedi e poi solo più una fessurina incide la placca sommitale, messo un chiodo nella fessura sono riuscito a ristabilirmi sulla sx dello spiogolo, dove una cengetta segna la fine delle difficoltà. Non so se questa paretina sia già stata salita (e poco importa) comunque ho lasciato il ch. nella fessurina finale, sperando che possa tornare utile se qualcuno passerà di lì (il socio ci ha pure messo un piede sopra per salire e ha retto quindi un minimo affidabile dovrebbe essere). La calata dalla cima l’abbiamo rifatta: ho tolto i cordini (marci) e il ch. perchè ho provato a ribatterlo ma ormai caricandoci il peso tendeva inesorabilemente a uscire. Una volta tornati al colletto la risalita della paretina S al torrione N è carina e con qualche passo davvero divertente, è un po’ epsosta solo la partenza, per il resto ci si protegge bene e in un attimo si è di nuovo alla sosta con cordone rosso. Occhio alla calata dal torrione N perchè nell’ultima parte o si disarrampica o un pendolazzo nel vuoto verso sx è assicurato (ne sa qualcosa il mio socio). Dalla base bisogna rifare al contrario il pezzo di cresta affilata verso l’intaglio (traversando anche sotto il filo volendo) e poi con due calate (essenzialmente non obbligatorie ma molto comode e veloci) da 20m e 10-15m si ritorna alla terraferma sopra al colletto di Meccio.
Davvero una bella “avventura” condivisa con Gianmario, alla riscoperta di questo posto un po’ sperduto dove non so da quanto tempo non passasse nessuno (e i cordini sfilacciati alle soste ne sono da testimoni). Adesso con 4 cordoni per le soste è già un po’ più fruibile, ovvio la qualità della roccia non è eccelsa ma speriamo che non cada di nuovo nel dimenticatoio per chissà quanti anni.

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