Questa volta ce l’abbiamo fatta! Un giorno di ferie ben speso, in compagnia di Serena ed Enrico.
Avvicinamento in 2 ore, senza correre, ma di buon passo e salita in circa 5 ore e mezza.
Alcune info per evitare di perdersi, come abbiamo fatto noi lo scorso anno: L4 e un traverso diagonale verso SX su cenge erbose (40 m), un ometto su cengia indica la via; L5, tiro chiave, segue prima lo spigolo poi aggira a SX (diedro/camino di V?) uno strapiombo e si ferma sul terrazzo soprastante; di qui le difficoltà diminuiscono ma la via si fa più selvaggia: ancora uno spit in un diedro a SX dello spigolo ed uno 30 m più in alto (sosta con anello) indicano la via… ancora impegnativi i due tiri oltre la forcella: il primo (corto) aggira lo strapiombo verso SX (sosta a chiodi sopra il terrazzo), il secondo sale il grosso diedro (1 chiodo, poi difficile proteggersi, salvo una bella fessura oltre il tettino, BD 1). Un centinaio di metri facili (anche in conserva) portano in vetta (quota 2.766 m).
Discesa delicata perché si percorrono cenge esposte di erba e detriti; alcuni spit fanno comodo in caso di maltempo o neve; il canale, facile ma fastidioso, riporta all’attacco.
P.S. Chissà quanti anni erano che due fratelli “berardo” non salivano la via… sarà una prima ripetizione anagrafica!?!?