Mazza dell’Inferno da Forno

Mazza dell’Inferno da Forno
La gita
stella-alpina
25/10/2015

Sono ritornato su questa montagna per completare il “giro” che avevo già in mente durante la precedente escursione su questa montagna. L’orario e il meteo di quel giorno non mi avevano però consentito di percorrerlo interamente, e così -questa volta dal mattino e in compagnia di Franco G.- sono ritornato per “completare l’opera”…
In questa circostanza dopo aver raggiunto l’alpe Campo, abbiamo allungato il percorso andando (a est) fino al monte Crotta (m. 1.965) (+226 m di dislivello), e al ritorno (+ 1,5 km circa x 2 di spostamento planimetrico) abbiamo proseguito (a ovest come previsto per questo itinerario) fino alla Mazza dell’Inferno.
Per il rientro abbiamo scelto il percorso ad anello, ovvero prosecuzione e discesa sulla “via delle creste” fino all’alpe Ventolaro, e poi su sentiero (che a un certo punto scompare nella vegetazione…) discesa alla alpe Ravinella inferiore. Il sentiero lo abbiamo ritrovato nel bosco, un pò prima dell’alpe, e poi sul sentiero (che in questo tratto è ben segnalato e visibile) fino alla cappella di Santa Lucia, sulla strada per Forno, che si percorre per un km circa per ritornare al parcheggio di partenza.
Giornata autunnale con nubi alti o velature che non hanno compromesso i panorami interessanti che offre il percorso. Le due cime anche se a poca distanza offrono un panorama in parte diverso: sul monte Crotta è più estesa la vista sul monte Rosa e dintorni, mentre sulla Mazza dell’Inferno risulta più esteso e articolato il panorama sulla bassa Ossola, e quindi si integrano e completano vicendevolmente.
Il tratto discesa sulla cosidetta “via delle creste” che dalla Mazza (passando per la cima ovest) porta all’alpe Ventolaro, è ripido ma ben attrezzato con catene. Non sono indispensabili sul terreno asciutto come quello di questa circostanza -ma sicuramente utili e di “sollievo” per velocizzare la discesa-; ben diversa è la situazione con il percorso bagnato o umido, e quindi in definitiva penso che questa “dotazione” presente sia molto utile.
Ad eccezione del tratto “ravanoso” nel bosco prima dell’alpe Ravinella di sotto, dove abbiamo perso il sentiero che scompare nella vegetazione (o perlomeno non siamo più riusciti a vederlo/trovarlo), abbiamo trovato il percorso ad anello vario, interessante, piacevole e soddisfacente e adatto alla stagione autunnale.

Link copiato