Marsicce (Cima) e Cimone di Cortechiuso da Fundighebi

Marsicce (Cima) e Cimone di Cortechiuso da Fundighebi
La gita
larix66
4 17/08/2017
Accesso stradale
Nessun problema fino a Fundighebi

Raccogliamo l’invito del socio gulliveriano Giuliano per questa cima poco frequentata. Saliamo da Scaredi e ci dirigiamo verso la Laurasca, fino ad incrociare il Sentiero Bove (anzi, pochi metri sotto, vista la mia innata tendenza a ravanare…) da cui raggiungiamo la Bocchetta di Cortechiuso. Decidiamo quindi di dirigerci subito verso la Cima Marsicce, lasciando il Cimone di Cortechiuso per il ritorno. Il sentiero è ben tracciato e segnalato; superiamo il tratto roccioso, piuttosto umido come l’erba sui versanti esposti a Nord ma con la dovuta attenzione non si corrono rischi eccessivi. Seguiamo la cresta verso la Cima Marsicce mentre la nebbia che sale dal lago nasconde a tratti la vista della vetta ed a tratti del percorso stesso, dove i segni di vernice abbastanza ravvicinati sono di grande aiuto nei passaggi che evitano le maggiori asperità, non sempre intuitivi. Rinunciamo al panorama di vetta e facciamo presto ritorno verso la Bocchetta di Cortechiuso, da cui in breve saliamo l’omonimo Cimone su tracce di sentiero ben più evidenti rispetto al mio ultimo passaggio, con diversi ometti che segnano la via. Le nuvole concedono qualcosa in più a livello panoramico rispetto alla cima appena visitata, per cui ci fermiamo per il pranzo. Scendiamo quindi di nuovo alla Bocchetta da cui ci dirigiamo all’Alpe Cortechiuso, per completare il giro ad anello transitando per la Forcola e l’Alpe Loana. In vista della Cima Fornaletti, solitamente evitata dal sentiero recentemente sistemato, decidiamo di salire anche questa cima che manca ancora alla mia esperienza. Percorriamo quindi la cresta Sud, con roccette facilmente evitabili ed erbosa nell’ultimo tratto che scavalca due antecime. Per rientrare verso la Forcola bisognerebbe ora in teoria scendere verso Nord, in linea con la dorsale; il pendio in questione si mostra però invaso da una fitta boscaglia di ontanelli senza tracce visibili. Seguiamo allora la cresta che prosegue con un’ulteriore antecima verso Finero (Est), per ragiungere una selletta da cui, affrontando ancora qualche tratto roccioso, ci riportiamo per erba alta e rododendri sulla linea dorsale dove ritroviamo il sentiero per la Forcola. L’esperienza da “ravanatori” si dimostra utile ancora una volta…
Dalla forcola in giù nessun problema sui prati che mostrano vistose tracce del passaggio dei numerosi cinghiali presenti ormai ovunque.

Gita in compagnia di Cristina e del già menzionato Giuliano.

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