- Accesso stradale
- niente da segnalare
Dopo un giorno e una notte di pioggia partiamo sotto un cielo ancora nuvoloso ma destinato ad aprirsi in breve. Il terreno ancora molto umido rappresenta l’unica difficoltà del percorso dove affiorano a volte placche di roccia. Fortunatamente i tratti più difficili della cresta si evitano seguendo la traccia sul versante di Pogallo, dove il sole ha avuto il tempo di asciugare la roccia. Nel tratto tra la Bocchetta di Cortechiuso e la cresta si notano tuttora le carcasse di alcune pecore colpite dal fulmine, coperte di sassi ma individuabili dall’odore penetrante e dall’affollamento di mosche. Alcuni resti si trovano anche sulla vetta del Cimone, dove per questo motivo decidiamo di non fermarci. Nonostante questa spiacevole circostanza la gita si fa comunque apprezzare, soprattutto per gli aspetti panoramici. Piacevole anche il passaggio per il Laghetto del marmo, da cui come sempre raggiungiamo Scaredi girovagando tra canaloni e salti rocciosi.
Gita in compagnia di Cristina; incontriamo solo altre quattro persone lungo il percorso fino a Scaredi. Un saluto ad Adrimiglio, a sua volta frequentatore ed estimatore di questi luoghi.