Dovevamo percorrerlo al contrario, ma ci siamo distratti e abbiamo sbagliato il bivio.. in realtà se si è intenzionati a fare tutto l’anello conviene spupazzarsi l’eterno saliscendi per il Coda all’andata, e non al ritorno… il sentiero per il Coda deve essere molto panoramico, ma purtroppo noi ce lo siamo fatto in mezzo alle nebbie… tuttavia all’attacco del sentiero attrezzato a quota 2300 le nebbie si sono diradate lasciandoci un bel sole, in questo tratto si incontrano alcuni nevai che si possono aggirare ad eccezione dell’ultimo che immette nel tratto di “placche con canaponi”: essendo scomparse le tracce (pioggia??) ho dovuto ri-tracciarlo, su neve ad eccezione di qualche piccolissima rigola ghiacciata non problematica. Da qua fino in vetta totale assenza di neve (visto l’esposizione solatia ). Dalla vetta sul sentiero D23 bisogna a prestare attenzione al primo gradino roccioso dove il canapone si sta sfilacciando.. per il resto tutto ok. Da 2300 di nuovo nelle nebbie…; nel traverso a tuttoggi si attraversano dei grandi nevai pianeggianti, nel mio caso un po’ problematici con scarsa visibilità, assenza di bolli coperti della neve e labili tracce (orme cancellate dalla pioggia) non tentate assolutamente di scendere, ma attraversateli senza perdere quota e ritrovate i bolli sulla vostra sx. Dal laghetto del monte rosso non ci sono più nevai.
Lungo anello, reso faticoso da molti saliscendi soprattutto nel tratto verso il Coda, ma che attraversa ambienti sempre vari e molto suggestivi, molto bello il tratto sulla cresta sud ovest con caratteristici scorci, peccato sul serio per le nebbie… che hanno limitato panorama, forse il periodo migliore per questa montagna è settembre-ottobre. Percorso da non sottovalutare in caso di neve anche di pioggia (erba molto scivolosa) in particolare il tratto di cresta sud-ovest. Notevole la quantità di neve prima del lago del Monte rosso.
Un saluto a Lore e Silvia, mi raccomando riprenditi!