Un viaggio! Roccia da urlo in una parete da sogno! La nostra logistica: dormito a malga ciapela, 2 e 45 all’attacco, attacco alle 11, cengia alle 19, attacco alle 7 e 15 vetta alle 17 e 30. 4 posti da bivacco comodi sulla cengia. Siamo partiti cercando di essere il più leggeri possibile e abbiamo patito il freddo notturno, ma visto il peso sulle spalle del secondo non si poteva fare che così (sconsigliato il sacco da recupero la via ha molti traversi). Soluzione del bivacco da adottare con lo zero termico abbastanza alto.
Ma veniamo alla scalata: globalmente 18 ore di scalata. Farla in giornata per noi non era ancora cosa (prima via della cordata in marmolada e in dolomiti…). i tiri sono quasi tutti su roccia eccelsa, la linea in alcuni tratti è “alpinisticamente” meno logica perchè nei tratti facili cerca la bellezza delle placche evitando le fessure e i camini dove la roccia è mediocre, per questo motivo non è di facile individuazione (pochissime protezioni sulle placche “facili”). I tiri duri sono più protetti ma da una protezione all’altra l’obbligatorio è severo bisogna scalare deciso non è una via che si azzera. Per le relazioni abbiamo combinato quella di Ramella Sergio con gli schizzi della guida di versante sud (per i gradi fare più affidamento alla relazione di planetmountain). Fare attenzione sull’ultimo tiro duro: dal tettino caratteristico con due chiodi (noi abbiamo fatto sosta li) uscire a sx fare 10m dritti e poi traversare decisi a dx (kevlar bianco rosso) aggirare lo spigolo e entrare in un diedro, noi abbiamo sbagliato siamo andati dritti nel diedro più evidente (due chiodi di sosta al suo termine) , soluzione che ti porta con un altro tiro in traverso sulla gogna e ti fa evitare gli ultimi due di tempi.
Che avventura con Matte che ringrazio per la sua forza di braccia e soprattutto mentale!!!
PS: 2 note, che freeeddo nel bivacco e che paaali i tiri duri!!