Marmolada, Punta Penia Via Ferrata Cresta Ovest, traversata Ghiacciaio di Vernel

Marmolada, Punta Penia Via Ferrata Cresta Ovest, traversata Ghiacciaio di Vernel
La gita
andrea81
5 17/08/2019
Accesso stradale
ampio parcheggio nella zona della cestovia

Salita effettuata utilizzando la cestovia fino al Pian dei Fiacconi (prima corsa 8.30 ultima 16.30). Dalla stazione di arrivo si perde quota camminando tutto sommato su buona traccia che si sposta sul versante nord-ovest fino a risalire il pendio verso la Forcella della Marmolada dove ha inizio la ferrata. Il pendio di accesso presenta neve/ghiaccio, noi abbiamo usato i ramponi ma effettivamente oggi non servivano a causa della neve molle (punti comunque con ghiaccio vivo). Importante: è bene arrivare già imbragati e col casco prima di questo tratto in modo da evitare cadute di pietre e creare intasamenti all’attacco.
La ferrata non è particolarmente difficile, ma richiede comunque la dovuta attenzione, specie nel primo tratto prima della forcella piuttosto umido. Successivamente si guadagna via via la cresta utilizzando una lunga serie di scalini prima e pioletti dopo, la seconda metà di ferrata ha attrezzatura un po’ più datata (c’è qualche piolo che si muove e un paio di fittoni staccati) ma si sale senza problemi con diversi tratti di facile camminata. Presente oggi ancora un po’ di neve/grandine del temporale di due giorni prima, ma non ci sono stati problemi. Quando la ferrata termina si sale per il sentiero tra i ghiaioni raggiungendo la cima in 20′ senza difficoltà, sentierino pulito.
Dalla cima siamo quindi scesi per il ghiacciaio del Vernel, abbiamo commesso l’errore di legarci in cordata e ramponarci già dalla capanna, mentre si scende su neve molle fino all’attacco del tratto di ferratina (rocce pulite); quindi qualche casino nel disarrampicare la ferrata con corde e ramponi, anche se poi non sarebbe stato comodo legarsi nel terrazzino prima del ghiacciaio.
Ghiacciaio in condizioni bruttine ma ancora percorribile senza grosse difficoltà: si supera subito la terminale aperta ma ancora con un ponte, poco oltre si deve saltare un crepaccio di 1 m circa, poi il pistone autostradale si snoda in diagonale discendente fino ad un’altra fascia di crepacci che si attraversano abbastanza comodamente, ma bisogna assicurare bene chi li attraversa perchè i ponti potrebbero cedere. Ultimi crepacci (uno enorme senza fondo) quasi al termine del ghiacciaio, attenzione una volta arrivati nei pressi di un dosso roccioso a continuare a destra su placconate anzichè seguire il ripido pendio di ghiaccio vivo sottostante. Da qui sembra finita invece c’è un dedalo di placconate rocciose lisce da scendere, un po’ infide per i detriti che le ricoprono (attenzione in caso di nebbia perchè gli ometti sono davvero pochi).

Finalmente sulla regina delle Dolomiti, in ottima compagnia di Mary e Marco, direi che la traversata ferrata-ghiacciaio, seppur costringa a scendere a orari piuttosto tardivi, vale la pena di essere fatta per la varietà di ambienti. Il ghiacciaio come detto non va sottovalutato nonostante le modeste dimensioni, occorre tutta l’attrezzatura classica. Oggi non tantissima gente e quindi abbiamo evitato gli ingorghi nei punti chiave, meteo buono con velature.

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