Sorpreso da un temporale di una certa intensita’ ancor prima di giungere al rifugio del Pagari. Un po di strizza e qualche panno da asciugare. Calda accoglienza da parte dell’eccentrico rifugista di nome Nepa, cosi chiamato per via delle sue ricorrenti fughe in Nepal. Ci siamo fatti compagnia a vicenda, in quanto unici due presenti nel rifugio alla fine ormai anche di questa bella stagione. L’indomani di buon ora ho risalito lo stretto e ripido couloir, e con la nebbie che nel frattempo mi avevano investito in pieno, pervengo alla base del salto finale alla vetta, per superare il quale senza correre rischi ho dovuto per forza di cose calzare i ramponi. Nel frattempo le nebbie avevano fatto marcia indietro, consentendomi cosi di godere appieno la gita, e notare che anche Nepa si era mosso dal rifugio nel frattempo (con mia sorpresa) per un escursione nei paraggi. Ci siamo scambiati i saluti da lontano, e poi ho iniziato a scendere con percorso complicato sempre dallo stesso versante di salita, ma restando alto proseguendo in direzione del rif.Moncaleri, passando sotto la Siula, e riguadagnare il fondovalle con infinite svolte fino a S.Giacomo.