- Accesso stradale
- Via bus e mezzi pubblici da Katmandu fino a Num.
Aggiorno vista l’ultima gita qua segnata (del 1999!).
Abbiamo fatto tutto via terra da Katmandu senza voli interni (bus fino a kandbahari e poi 4×4 o bus pubblico su una strada fangosa disastratissima fino a Num: calcolare 1-2 giorni dalla capitale, ma poche rupie e nessun problema di voli da prendere in tempo soprattutto al ritorno… insomma: gran libertà).
A metà Ottobre 2022 la stagione delle piogge era ancora molto forte e abbiamo beccato tanta pioggia, fango e guadi assai impegnativi per tutto il trekking; che tra i classici itinerari ai campi base nepalesi è di certo tra i più selvaggi e meno frequentati. L’ambiente è ECCEZIONALE e l’isolamento garantito anche dal fatto che bisogna scavalcare alcuni passi molto alti per entrare nella valle del Barun (e ri-scavalcarli al ritorno: gran fatica!).
Il primo giorno si parte da Num e si scende a quota 700 metri in piena giungla pluviale: a Ottobre ci sono ancora quaranta gradi e umidità indescrivibile, impegnativo! Due giorni dopo si è già verso i primi passi a quattromila metri, per poi scendere nuovamente e risalire (attraversando cascate molto impetuose: presto saranno ultimati nuovi ponti per evitare di rischiare la vita..). Il campo base del Makalu è un po’ troppo ‘sotto’, la vista migliore la si ha un po’ prima: tuttavia il villaggio di Shershong, l’ultimo prima del BC, è ormai disabitato e senza guesthouse (noi eravamo comunque in tenda) quindi regolarsi.
Fatto tutto autonomamente, senza guida nè portatori, avevamo dietro la tenda ma l’abbiamo usata poche volte e il trekking ormai è fattibile anche senza.
Sconsiglio assolutamente di andare prima di Ottobre perchè nel Nepal orientale, che è molto tropicale, i monsoni sono assai forti e finiscono più tardi che altrove. Il rischio di non vedere nulla (e rimanere impantanati..) è alto.
Trekking incredibile che consiglio caldamente (evito come la peste Khumbu, Annapurna ecc ecc che ormai è come andare sulle Grigne).