Makalu B.C. Trekking da Thumlingtar per le valli dell’ Arun e della Barun Khola

Makalu B.C. Trekking da Thumlingtar per le valli dell’ Arun e della Barun Khola
La gita
bagee
5 13/10/1999

Si parte in un soffocante pomeriggio da Thumlingtar con i ns. 15 porters; il sentiero segue praticamente la dorsale di un lungo collinone che in tre giorni ci porta a Num;
si sviluppa quasi costantemente in foresta, trasformata in un pantano dalle scroscianti piogge pomeridiane di un monsone che non ci vuole lasciare.
Da Num precipitosa discesa nella valle dell’ Arun, gonfio e vorticoso, che si attraversa su un esoterico ponte per risalire il ripido versante opposto sino a Seduwa, inseguiti dalla pioggia ed assaliti dalle sanguisughe; si prosegue poi per Tashi Gaon, caratteristico villaggio ove molte costruzioni sono su alti pali con una ‘’losa’’ sopra (modello rascard), per difendersi dall’ insidia dei serpenti.
Si riparte, ancora in foresta, per una tappa lunga ed impegnativa (1400 m.) che ci porta a Kongma, uno spalto in bellissima posizione ma con camp-site orribile e quasi senza acqua; stupendo il tramonto sulle lontane cime del Khancengiunga e sui vicini monti del Tibet.
Segue altra tappa piuttosto pesante che ci permette di superare i tre passi di Shipton (4060 – 4216 – 4165 m.) intasati dalla neve caduta nei giorni di pioggia giù in basso; fortunatamente il tempo è migliore, i panorami sono spettacolari con l’immensa muraglia del Chamlang a sin., un’ infinità di vette innevate in tutte le direzioni ed un primo breve apparire della cuspide sommitale del Makalu; dopo i passi si entra nella valle della Barun Khola, in una immensa conca ricoperta di rododendri ed in mezzo ad essi ci accampiamo in località Dobato, altro sito decisamente scomodo e malsano.
Prosegue il cammino con una ripida discesa di quasi 700 m. sino sulla riva del fiume Barun, e si riprende a salire la sua sponda dx. orografica sino ad attraversarlo in località Yangle Kharka, entrando così nel magico mondo del Be-yul di Khembalung*; giornata e posto meravigliosi, siamo in anticipo sul rullino di marcia per cui si prosegue; la valle ora è ampia, ricoperta di una spettacolare foresta di deodara, cedri, pini vari, rododendri arborei, un mondo impensabile; si sale ancora un paio di ore e ci fermiamo nell’ amena spianata di Riphuk Kharka; il tempo di montare il campo che il cielo si oscura ed inizia una fitta nevicata che ci accompagna sino all’ alba, che sarà splendente ma gelida (-6°C in tenda).
Si riparte con 30 cm. di neve che rende difficile il cammino, in un terreno cespuglioso e sconnesso; il sole è caldo ed accecante, qualche porter, non sufficientemente attrezzato ha problemi di oftalmia, anche noi con fatica arriviamo a destinazione in località Yhak Kharka, evidenziata, in questo immenso bianco mare, da un fatiscente ammasso di pietre, nylon e lamiere; mettiamo le tende in un buon mezzo metro di neve (notte gelida – 10° C).
In un’ altra giornata radiosa, ora bassi sul letto del Barun, ora alti sulla sua sponda, calpestando neve sino al ginocchio e bruciati dal sole, con grande fatica arriviamo a Shersong , ultimo campo; la parete Nord del Chamlang ci sovrasta, più indietro ma altissima la vetta del Makalu sta su di noi; alle 14,30, quando il sole passa dietro al Chamlang la temperatura crolla ed in pochi minuti siamo a -5°… e la notte in tenda avremo nuovamente -10°C.
Alle 9 lasciamo il campo per la meta finale; coma i giorni scorsi la strada è faticosa, il sole brucia ed un’ aria gelida soffia sottile; si avanza lentamente anche per la viscidità del terreno e dopo 4 ore siamo in meta, al B.C. di Hillary al Makalu; la cima del monte di qua sotto è poco appariscente e molto appiattita, ma la parete che sale ad essa è impressionante e la maestosità dell’ insieme ci fa sentire piccoli e fragili ….
Molto più rapidamente riusciamo nella discesa al campo, ove ci attende un’ altra notte gelida.
Anche la mattina seguente è sfolgorante; alle 8, nel sole brillante e nell’ aria fresca siamo pronti per la discesa; rifacciamo a ritroso il percorso di salita, la neve ancor alta in partenza diminuisce rapidamente ed a mezzogiorno siamo alla radura ove in salita ci sorprese la nevicata; procediamo ancora sino alla piana di Yangle Kharka ove mettiano il campo.
Segue un altro giorno di discesa lungo la Barun Khola e la risalita nella splendida pineta che ci riporta a Dobato, quindi il tappone lunghissimo che risalendo ai passi di Shipton e poi scendendo a Khongma ci porta a sera a Tashi Gaon ove, con sorpresa siamo piacevolmente accolti dai locals ma… straniti per questa inaspettata accoglienza e timorosi di qualche sgradita visita dei guerrieri maoisti, che sappiamo essere soliti frequentare la zona e fare ‘’espropri’’ ai viandanti, decliniamo l’ invito e ci ritiriamo nelle ns. tende.
Il giorno seguente continuiamo la discesa ed alle 13 siamo a Seduwa, con l’ intento di continuare ancora ma un improvviso malore ad un compagno di viaggio ci blocca;
la situazione è seria e, rispedendo a Tashi Gaon un baldo giovane al Centro di Direzione del parco Makalu-Barun riusciamo ad organizzare un recupero in elicottero per un paio di giorni dopo, quindi siamo forzatamente fermi.
Il giorno del recupero del malcapitato riprendiamo a scendere lungo il corso del fiume Arun attraversandone i numerosi affluenti in una infinita sequenza di saliscendi in mezzo a lunghi tratti di foresta e piccole zone coltivate; tre giorni di questo cammino col caldo sempre più pesante e scomodi camp-site sino a rientrare alla spianata di Thumlingtar.
Il mattino del giorno del rientro, preparati i bagagli e fatto il commiato dai portatori con la distribuzione dei soliti ‘’regali’’ci apprestiamo al ceck-in secondo l’ orario previsto ma manca l’ addetto… due giorni durerà l’ attesa sino all’ arrivo del desiderato velivolo, con sorpresa però ci dicono che bisogna ancora aspettare …. i piloti devono prima andare a pranzo … giustamente…
Finalmente, scacciate le mucche pascolanti nel campo di volo, a digestione avvenuta … ripartiamo per KTM ….ma … tutto va bene così …

Note:
– Ad oggi la situazione è un poco migliorata; il tratto Thumlingtar-Num può essere percorso con fuoristrada su una sterrata; i camp-site di Khongma, Passo di Shipton alto, Dobato e Yangle Kharka sono stati ampliati e migliorati anche con ricoveri in muratura per i portatori; più oltre qualche Kharka è stata sistemata e fornisce birra/coca o pacchetti di Mars abbondantemente scaduti ai rari avventori di questi meravigliosi quanti sperduti luoghi fuori dal mondo.

– * I Bo-yul nella mitologia buddista tibetana sono le ‘’valli nascoste’’, ripostiglio segreto delle ‘’terma’’, sacri libri della teologia lamaista e luogo sicuro per le genti ove rifugiarsi in caso di invasioni e grave pericolo per il Tibet; qui appunto siamo nel Bo-yul di Khembalung.

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