![Lago di Vogorno alla partenza](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2014/05/10/madone-dalla-valle-della-porta_f11c.jpg)
![Alpe Mosciöi (1189 m)](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2014/05/10/madone-dalla-valle-della-porta_c1e5.jpg)
![le belle baite di Rienza](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2014/05/10/madone-dalla-valle-della-porta_c1e6.jpg)
![il torrente nel punto dove ho rinunciato al guado](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2014/05/10/madone-dalla-valle-della-porta_1e60.jpg)
![arrivo all'Alpe Lòcia (1779 m)](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2014/05/10/madone-dalla-valle-della-porta_09d8.jpg)
![in direzione del Madone](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2014/05/10/madone-dalla-valle-della-porta_6177.jpg)
![il Pizzo di Vogorno visto salendo](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2014/05/10/madone-dalla-valle-della-porta_e491.jpg)
![la vetta rocciosa del Madone](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2014/05/10/madone-dalla-valle-della-porta_5f11.jpg)
![vista sulla cima dalla cresta](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2014/05/10/madone-dalla-valle-della-porta_62bc.jpg)
![in vetta](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2014/05/10/madone-dalla-valle-della-porta_11c1.jpg)
![panorama verso la Cima dell'Uomo](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2014/05/10/madone-dalla-valle-della-porta_63b5.jpg)
![verso il Lago Maggiore](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2014/05/10/madone-dalla-valle-della-porta_1e64.jpg)
![la faticosa scalinata per salire a Mosciöi](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2014/05/10/madone-dalla-valle-della-porta_e648.jpg)
![ritorno alla Colletta (671 m)](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2014/05/10/madone-dalla-valle-della-porta_1c1e.jpg)
L’intenzione odierna è salire al Madone passando per la Capanna Borgna. La giornata inizia male visto che imbocco il sentiero sbagliato, quello alla fine della strada, mi rendo conto dell’errore dopo 200 m di dislivello e scendo in picchiata per raccordarmi al giusto percorso. L’escursione è resa piuttosto faticosa dal clima umido nel bosco e dalle ripide scalinate presenti dopo i guadi del torrente, solo nei pressi di Rienza la salita molla un attimo. Dall’alpeggio, in falsopiano, si arriva ad un altro guado oggi impraticabile: troppa acqua e troppo impetuosa, meglio evitare, anche Zeus è d’accordo. L’alternativa è prendere il sentiero per l’Alpe Lòcia che da Rienza sale al Pizzo di Vogorno. Bene, deciso. La neve al suolo inizia nei pressi dell’alpe, dove è presente anche una bella fontana (grazie al cielo, la prima funzionante dalla partenza), da qui la salita è quasi tutta su neve portante che permette di proseguire senza racchette o ramponi. La nostra meta è ben visibile. Il guado “problematico” va affrontato anche qui ma con assai meno difficoltà (un paio di ghette non fanno schifo). Il tratto più ripido si concentra poco sotto il castello sommitale della montagna ed è anche parzialmente svalangato, si sale cercando di sfruttare dove non c’è neve e prestando attenzione alla scivolosa erba olina. Si arriva in cima dopo alcuni facili passaggi di arrampicata che aggirano la cresta a sud. Sul libro di vetta l’ultima firma è di settembre (!), la giornata è bella con qualche nuvola ma senza vento ed il panorama ottimo. Breve sosta e poi giù a gustare il panino all’Alpe Lòcia. Vista una vipera sul sentiero al ritorno. Nessuno sul percorso, solo qualche camoscio e molte zecche.
Con Zeus, indomito come sempre.