- Accesso stradale
- Comodo e capiente parcheggio lato palavela.
Terza uscita consecutiva dall’inizio dell’anno sulle colline di casa, antropizzate finche si vuole ma con ancora spazi ove poter immaginare di trovarsi totalmente immersi nella natura anche se solo per attimi. Il tempo di uscire dalle stradine asfaltate (questa volta strada santa Lucia a salire dal ponte Maraton passando da Cavoretto) contornate da ville, proseguimento per strada dei Ronchi, poi la sorpresa di non capire come procedere fino su al Faro della Vittoria, ancora ben distante. Intanto infilando una stradina sulla sx a un bivio che scopriro’ poi essere cieca, incappo in un cinghialone nero in fuga verso il fosso, e l’istante dopo in un agile scoiattolo fuggire al sicuro su un albero. Torno al bivio, e delle due opzioni che mi si offrono per uscire da questa empasse, scelgo di infilarmi su per una strada fangosa lato di una villa che mi porta nel bosco. L’altra portava a valle quindi da escludere a priori.
Giusto una 10ina di minuti di ravanata selvaggia, ed ecco che a sorpresa pronto appare il sentiero 10, da subito scivoloso che risaliro’ con un po’ di attenzione fino allo stradone su da Revigliasco. Da questo momento in poi lo manterro’ quale unico punto di riferimento utile anche a scendere, fino a riguadagnare le rive del Po per strada del Fioccardo. Previo aver terminato il giro con punto d’arrivo il Faro della Vittoria, e costatare che il piazzale antistante la statua e’ ancora un lastrone di ghiaccio, e il sentiero medesimo che corre giu’ lungo la suggestiva val Sappone, vicino all’impraticabilita’ per fango ovunque.
Scontato dire che non ero solo anche se ero’ solo.