Pernottato al Bivacco Chentre-Bionaz (condizioni solo discrete: coperte e cuscini un po’ lerci e molti insetti morti sparsi per il locale). Non c’è gas. Lasciato candele ed accendino. Acqua all’inizio del canalone che lo precede o dieci minuti oltre, da fusione.
Partenza alle 4.45 sotto un cielo minaccioso. Niente freddo e scarsissimo rigelo. Saliamo velocemente il secondo canale in ottime condizioni (guardato bene dal Mont Dzalou e visto ancora continuo) e già discretamente ripido. Raggiungiamo il plateau a 2900 con qualche goccia non preoccupante. Proseguiamo fino al colletto a 3250 a S rispetto al colle Luseney sempre su neve pressoché portante. Attacchiamo il pendio su neve completamente diversa: 20/30cm molli che ci consentono una progressione sicura ma molto faticosa dato che non è presente nessuna traccia. Man mano che il pendio impenna (e nella parte alta impenna sul serio…) abbandoniamo i bastoncini e usiamo la picca. Il canale nella sua ultimissima parte (3470) non è più raccordato, prendiamo una cengia a sx e per roccette estremamente mobili raggiungiamo la cresta E, di lì in un attimo (a dx) alla cima ancora innevata (della croce si vede solo la punta), ore 8.25.
Discesa per lo stesso percorso, vista la mollezza della neve i primi 150m faccia a monte usando due picche (dato che le avevamo portate… perché non utilizzarle?). Senza problemi dai 3300m in giù. Un po’ d’attenzione di nuovo nel canalone. Poi rientro eterno all’auto. Non utilizzato corda. Nessuno sul percorso, parecchie persone al bivacco.
Salita fatta con Bubbola, Marina e Luigi. Grazie a tutti e soprattutto a Luigi con il quale tracciamo l’intero percorso.