Sempre affascinante carica di storia e dal sapore antico, questa cresta sin dai tempi della sua scoperta, tale e’ rimasta ai giorni nostri. Sufficiente e’ dare uno sguardo allo stato della chiodatura estesamente arrugginita ma ancora in grado di reggere strappi di una certa entita’. In una parola materiali che non vanno mai alla fine.
Peccato solo per i tanti passaggi obbligati tirati a lucido, a rendere piu’ insicura che un tempo la progressione.
Notevole lo sviluppo nel suo insieme, a parte i lunghi trasferimenti nel tratto centrale sul filo di esili ma facili crestine, e qualche doppia di tanto in tanto, indiscutibilmente interessanti restano la partenza, col superamento dei due dentini con doppia attrezzata a calare dal secondo, e la famigerata placca Santi sul finale (piu’ un muro che una placca vera e propria), dove i giusti chiodi presenti in numero, sono un invito a salire senza tanti patemi.
Con una mezza da 30 siamo riusciti a farci stare tutto, tiri, conserva lunga protetta e doppie, tutte quelle poche che ci sono, sempre prossime ai 15mt ma mai oltre.
Torno su questa classica a 28 anni di distanza all’epoca solo, oggi con un po’ di forze in meno, ma con lo stesso entusiasmo di allora in ottima compagnia di Antonio.