Sentiero evidente e ben tracciato sino alla palina con indicazione per la ”palestra di roccia”, poi ”terrain d’ aventure”;
primo torrione piuttosto repulsivo e viscido per l’umidità della notte, si incontrano due chiodi ed in cima una sosta per calata;
secondo torrione idem, due chiodi e sosta, poi lunga e facile sequenza di salti e crestine su pietra molto rotta ed intasata da viscida erbaccia che non aiuta la progressione ed anche proteggersi efficacemente non è così immediato come sembra proprio per la conformazione e la precarietà della pietra; si arriva alle due brevi calate fornite entrambe di appositi ancoraggi; oltre il colletto, sulla placca che segue, un bruttissimo chiodo può essere utilizzato con le dovute cautele, quindi terreno più facile e sempre molto rotto sino al piede della ”placca Santi”, che poi placca tanto non è; su di essa vi sono cinque chiodi, quattro buoni, uno poco convincente perché molto vecchio, in cima grossa catena per sosta; segue la breve ed esposta crestina che mena alla croce di vetta; da questa, pochi metri oltre, a sin si vede l’ ancoraggio che permette una doppia (30 m.) che deposita sopra il sentiero, incerto e pessimo sino al rientro alla palina del mattino.
Facile ma da trattare con circospezione per la qualità della roccia!!
Ritorno sulle orme del passato….ove nel lontano 1964 misi per la prima volta le mani sulla pietra.
In allegra compagnia di Denis, Lorenzo, Paolo e Mike che di primavere ne ha una più di me!!