“… può essere considerata una perla delle Alpi… una perfetta successione di lame e fessure su roccia fantastica, con pochi eguali in Europa… una delle vie esteticamente più belle nel curriculum di qualsiasi alpinista…”
Un tiro più bello dell’altro, ma i gradi non perdonano! Bisogna affrontarla con la giusta preparazione, altrimenti sono solo bastonate! In loco non vi è nulla (tranne un nut incastrato alla partenza del primo tiro), le soste sono tutte da rinforzare e alcune veramente scomode (L2 e L4)… Bisogna avere la fortuna di attaccare la via prima degli altri, ma qui si fa spesso la coda sui tiri.. L’avvicinamento, purtroppo, non è segnato: l’etica mellica prevede una ricerca dell’itinerario senza alcuna indicazione, come è stato fatto dai primi salitori.. Informarsi quindi bene prima di partire, noi abbiamo perso 2h nel bosco, se invece si azzeccano le tracce presenti ogni tanto, si arriva in circa 1h all’attacco… Anche la discesa è molto delicata, vietato uscire con il buio, c’è il rischio di perdersi nella fitta boscaglia, dove si scende senza nessuna indicazione, tutto a stima!… Quindi, a mio parere, un’etica discutibile…
L1 ha il passo duro azzerabile grazie ad un nut incastrato… Forse il tiro più bello è L6, con una magnifica lama gigante, talmente bella e perfetta da sembrare finta… I due traversi finali, L8 e L9, molto psicologici, li si affronta completamente sprotetti, con i piedi in spalmo senza alcuna asperità nel granito…
Grazie ai miei soci per questa avventura, ci ritorneremo sicuro!
Con Matte, Enri e Ale