Verificare sempre i cordini e i chiodi in loco. Aggiungere qualcosa alle soste per propria sicurezza e occhio a far lavorare al meglio i chiodi. Il sesto tiro l’abbiamo spezzato, resta più semplice la manovra per farsi calare ma ovviamente si passa da sosta a sosta senza una protezione intermedia (il famoso friend molto largo). Per la discesa molta attenzione: non prendere il primo bivio a destra che porta verso il canale anche se molto tracciato (a volte sbarrato con qualche legno), ma salire ancora dove si arriva al vero imbocco del canale di discesa ed è visibile il ripido sentiero dove in alcuni punti sono stati intagliati i gradini per le mucche. Nei pressi dell’attacco della via era presente la carcassa di un quadrupede che ha sbagliato qualche passaggio più in alto…
Era la prima volta che andavamo in Val di Mello e ne siamo rimasti affascinati. L’avvicinamento avviene tra prati verdi, un torrente invitante, boschi magici, immense placche di granito. La via merita tutti gli apprezzamenti positivi, consente di conoscere l’arrampicata senza spit in un ambiente superbo. Per nostra fortuna poco affollamento se non negli ultimi tiri dove siamo stati raggiunti da alcuni amici che correvano dopo aver concatenato Cochise e Kundalini…
Al tiro dell’occhio del falco ho capito a cosa serviva il friend da 13cm che non ho mai avuto.
Mauro e Laura