Una splendida parete verticale, che noi però abbiamo visto solo in fotografia, a causa delle nuvole che, nonostante l’alta pressione, ci hanno accompagnati da quando siamo usciti dal rifugio fino quasi al termine della via. Sicuramente una via di grande valore storico, molto logica, impegnativa e sostenuta, che supera con arrampicata spesso atletica e faticosa camini, diedri e fessure verticali o strapiombanti. Soste presenti ma pochi chiodi sui passaggi, salvo nei tratti più difficili (per noi di artificiale).
La roccia è in generale ottima ma con frequenti zolle erbose, i primi tiri di corda erano bagnati, in particolare il tratto del naso e il diedro seguente. Il tiro della grotta è sicuramente caratteristico ma non lo definirei proprio bello (de gustibus…).
Discesa molto comoda con tre calate in corda doppia diritte sulla parete SO, attrezzate su soste a spit.
Ringrazio i compagni di salita Marco, Sergio e in particolare Paolo, che, oltre che avermela proposta, mi ci ha condotto… Ammetto di averla potuta apprezzare di più salendola da secondo che da primo, anche se dopo si resta con la sensazione che si sarebbe potuto fare meglio…
Impiegato circa 8 ore per la via.