Via decisamente tecnica e perennemente verticale dove l’uso dei piedi è fondamentale.
Nella parte centrale della via si concentra il grado massimo. La continuità è necessaria per affrontare in sequenza i tiri di un itinerario a dir poco strepitoso.
Prima volta al Lomasti: rimasto ammaliato da una roccia impeccabile. Grip elevato ovunque e piacevoli buchi che appaiono esattamente quando devono farlo!
C’è sempre tutto, ma l’ascesa va impostata con cura onde evitare di finire facilmente fuori traccia, ingannato da qualche allettante presa che però non porta da nessuna parte.
Scalata con il super Riccardo in gran forma.
Alle 11:30 il sole si è affacciato sulla parete, ma tutto sommato si è stati al fresco ancora un paio d’ore.