Si vede che si tratta di una cima pochissimo frequentata, peccato perchè il panorama da su è bellissimo, ma il sentiero ha urgente bisogno di manutenzione. Le tacche rosse sono rare e sbiadite, per iniziare bisogna aver fiducia che l’attacco del sentiero sia davvero dove indica il cartello con la scritta quasi invisibile. Una volta partiti la via si intuisce, nonostante le tante foglie per terra. La parte del bosco è quella più ostica e ripida, non bisogna distrarsi per non perdere la traccia in alcuni punti. Usciti dal bosco si va su per tracce di sentiero fino all’alpeggio, alla bocchetta e alla vetta (dalla bocchetta dell’Uja alla vetta qualche segno in più e sentierino sempre evidente). Se andate d’estate fate estremamente attenzione dal bosco in su, potreste incontrare le greggi con i cani da guardiania (un cartello li segnala già nel bosco), e aggirare le pecore su quel terreno potrebbe non essere banale.
Una gita completamente in solitaria nell’ultimo giorno di libertà piemontese prima del nuovo lockdown