Levionaz (Punta di) traversata Creste NO – SE

Levionaz (Punta di) traversata Creste NO – SE
La gita
enzo51
2 07/07/2017

Col favore della notte (alle 3 am la partenza) per una salita almeno al fresco una volta tanto. Bel sentiero che impegna notevolmente, ma che consente una tregua una volta guadagnato l’ingresso dello sconfinato vallone di Levionaz. Ma ecco che nel frattempo viene giorno. Poco prima lucine di chi compie la traversata Eaux Rousse-Vittorio Sella, me le vedevo sia a valle come a monte. All’alpe Levionaz di Sopra, decido per una puntatina al M.Timorion, di poco li sopra sulla dx salendo. Raggiunto senza difficolta’, su terreno gia’ per escursionisti esperti ripido e in parte scivoloso. Per la meta vera e propria c’e ancora da camminare parecchio su terreno via via piu’ ripido. Ramponi ai piedi inevitabili grazie a un rigelo perfetto. Sulle prima la cresta guardandola dall’elevazione 3384m non appare cosi difficile. Non si rivelera’ pero’ nemmeno banale. Un salto circa a meta’ tragitto tra colle (di Levionaz si intende), e vetta, mi impegnera’ discretamente il discenderlo in disarrampicata. In alternativa una breve doppia su spuntone era possibile imbastire volendo.., pero’ data la ricchezza di appigli che la struttura da scendere aveva da offrire, a questo punto come non fare un tentativo..A parte la sorpresa del saltino il resto a giungere in vetta una serie di ostacolini da fare solo proprio un po’ d’attenzione, tutto qui. Gli ostacoli, quelli veri stavolta, li trovero’ poi oltre, all’atto di compiere la discesa a questo punto in traversata per la cresta sud est, inizialmente facile ma con tutto che muove o si stacca dalle pareti,cosi come da sotto i piedi. Un grosso problema il salto di 40metri, che alla fine ho finito per scendere in disarrampicata anche questo, (ben altra cosa in questo caso..)adottando mille e una precauzione e con un po’ di sangue freddo , tastando con meticolosa cura tutto cio’ che serviva per rimanere su ad ogni passo che c’era da muovere per scendere. Avreri potuto risolvere il tutto con minore spesa e correre meno rischio..forse si.. forse no..utilizzando un friend medio piccolo di tipo vecchio rilevato al sommo del salto, incastrato in maniera tale che estrarlo a seguito di vari tentativi mi e’ stato impossibile..alla fine ho desistito. Se qualche amatore venisse in futuro da queste parti ha qualcosa di pronto..un aiuto in piu’..per vincere il salto..sempre che ne abbia il coraggio..nel senso di fidarsi..io non ne ho avuto..l’altro quello di fidarmi dei propri mezzi ..che non fossero mezzi tecnologici di dubbia affidabilita’..quello si.! Come detto nella descrizione itinerario al fine di non trovarsi ad avere le sorprese spiacevoli riscontrate dal sottoscritto in fase di discesa, sconsiglio vivamente la traversata integrale di questa montagna, che si va praticamente spaccando in due. Una ampia frattura nel senso della lunghezza, solca per intero la cresta. Segno evidenti di possibili crolli che potrebbero verificarsi in qualsiasi momento, da un momento all’altro. Una montagna dalla quale e’ bene stare alla larga. Bella invece l’eterna lunga discesa, cosi come lunga e laboriosa e’ stata la salita, per l’opposto vallone, giu’ per il ghiacciaio Timorion, a riprendere il sentiero dell’andata alla radice della cresta che da ovest origina la montagna che da il nome al ghiacciaio. Calcolare un 12 ore tonde di orologio, per tutto il giro completo, incluso il tempo perso per trovare in ogni momento le soluzioni migliori per procedere quanto piu’ in sicurezza possibile, in terreni pericolosi, dove a parte la roccia che si stacca un po’ dappertutto, ci sono poi anche al contempo come se non bastasse i conti da fare con l’esposizione..tutte la sante volte.

Molti gli escursionisti incontrati in fase di rientro. Ottime le codizioni meteo. Fresco in quota..caldazza invece che cominciava a opprimere gia’ a quote ben al di sopra dei 2000..

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