Poco da aggiungere ai dettagli sul percorso riportati nelle relazioni precedenti. Il ghiacciaio si presenta in ghiaccio vivo nella parte inferiore, i ramponi sono indispensabili. La zona con i crepacci si evita facilmente, non abbiamo usato la corda (che comunque avevamo con noi!). Importante individuare da lontano lo speroncino con la targa, passaggio obbligato per il glacio-nevato superiore. Sopra il glacio-nevato terreno detritico molto friabile, nessuna difficolta’ ma delicato. In cima vento forte dalla Francia, che non ci ha disturbato in salita (eravamo riparati dalla montagna stessa) ma ha reso la permanenza in vetta piu’ breve. Molte nubi in passaggio veloce da ovest, che pregiudicavano la visibilita’, molto buona solo in direzione della pianura. In complesso gita raccomandabile e di soddisfazione, con percorso vario e piuttosto interessante.
In gradita compagnia di Luca, che ha proposto la gita e mi ha permesso cosi’ di calcare un’ altra bella vetta delle valli di Lanzo. Salendo il venerdi’ non abbiamo trovato nessun altro in rifugio (eccetto i gentilissimi gestori) e non abbiamo incontrato anima viva in tutta la gita, salvo due stambecchi poco sopra il colle della Fea.