Levanna Occidentale da l’Ecot per il Refuge du Carro

Levanna Occidentale da l’Ecot per il Refuge du Carro
La gita
gioepiera
4 12/09/2010

Saliti in giornata alla Levanna Occidentale dopo 14 anni, volevamo unire alla salita la presenza alla posa di una lapide per Gianluca Sacchetto, deceduto il 4/7/2010 durante la salita alla Levanna. Purtroppo però abbiamo perso tempo in salita dopo il colle Pariote prima di trovare il percorso ottimale per la cima, dove siamo poi giunti in 5, noi e 3 amici del CAI di Rivoli, Piero, Mario 1, Mario 2. Scendendo, abbiamo poi visto che la lapide era stata posta nei pressi del rifugio del Carro, vicino al laghetto superiore.

Accanto alla foto, al di là della frase che ci ha lasciato perplessi, ci ha colpito la dizione “apprendista alpinista”. Coloro che muoiono in montagna, di solito sono tutti bravi, non si va a sottilizzare perchè hanno perso la sfida alla montagna. Noi avevamo conosciuto Gianluca la domenica prima dell’incidente in una gita al monte Lera, con difficoltà che ritengo superiori. Era arrivato in cima, mentre altri, io compreso, ci eravamo fermati a 50 metri dalla vetta per non affrontare la difficile cresta allora molto innevata. In quella occasione gli amici del CAI di Almese avevano posato una corda e fatto sicurezza per chi voleva raggiungere la cima. Se qui era un apprendista, allora erano state messe in atto le precauzioni per la sua sicurezza? Certe cadute in montagna possono essere inspiegabili. 4 anni fa una amico, alpinista esperto, scivolò improvvisamente su un ghiacciaio, forse per un malore, per fortuna è sopravvissuto alle ferite gravissime, anche perchè sono riuscito a fermarlo nella caduta. Quindi per me chi muore in montagna è sempre un alpinista provetto, colpito dalla sfortuna in un momento delicato. Quante volte “ci è andata bene”? ma non è sempre così… Allego una foto della lapide commemorativa e una di Gianluca sul Lera, oltre noi in cima alla Levanna.

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