La guida consiglia di evitare il primo tiro, invece Chiara l’ha percorso senza problemi da prima trovandolo interessante, con il passo duro (5b) all’imbocco del diedro.
Ben più duro a quasi parità di gradazione il camino di L2. Le prese e gli appoggi sono patinati e serve un po’ di dimestichezza nel percorrere questo tipo di itinerari. Il tiro spunta in cima al pinnacolo.
Da L3 in poi si cambia marcia! La via prende aria sotto i piedi e quando si pensa di essere fuori dal duro dopo il 6c di L6, si sbaglia di grosso. Ecco dunque un 6b+ (L7) corto e compresso, spesso bagnato, che attraversa un imbuto di roccia e infine un 6b+ tecnico e con passo obbligatorio per uscire da una placconata grigiastra.
Ultimi due tiri scalati in braille, senza più luce insomma.
x Rocco: il passo del 6c+ l’ho trovato tignoso e più duro del 6c, sicuramente più continuo e di resistenza ma meno severo, anche se il più bello di tutta la via insieme al 6b di L3.
Prima esperienza di Chiara sul calcare francese.
I colori del Monte Bianco infuocato hanno accompagnato gli ultimi tiri della via, chiusa ormai al calare delle tenebre.
Eh sì siamo stati un tantino lentarelli, come si dice, “bravi ma lenti!”.
Un grazie allo sviluppatore dell’app “Torcia” che ci ha illuminato il sentiero di ritorno!