Lera (Monte) Via Normale da Malciaussia

Lera (Monte) Via Normale da Malciaussia
La gita
enrico-mensio
4 27/06/2022

Bella salita a questa vetta che desideravo raggiungere da tempo, a mio avviso un po’ più che EE ma meno di F. Non ci sono passi di II ma la progressione può risultare impegnativa per via degli sfasciumi e dei grossi blocchi molto mobili.

Raggiunto il Pian Sulè 2528m si prende a destra in corrispondenza del masso con scritto “Lera Sulè difficile” abbassandosi di una decina di metri e attraversando un piccolo rio, seguendo gli ometti e una traccia abbastanza evidente che riprende a salire, aggira una dorsale erbosa e guadagna un bellissimo e ampio pianoro posto a NE rispetto al precedente bivio, a poco meno di 2700m di quota. Qui per la Sulè occorre volgere a ONO, mentre per la Lera si prosegue a NE, risalendo l’evidente vallone che punta dritto alla Cima Orientale. Tale vallone presenta una pendenza irregolare e alterna in successione conche e bastionate. Risalita una prima porzione su terreno ancora erboso ma con abbondante detrito, si oltrepassa una dolce bastionata e si giunge a una conca a quota 2873m dove di colpo sparisce l’erba e si aggira a sinistra un piccolo laghetto, in ambiente prettamente glaciale tra depositi mobili e ghiaccio grigio sepolto dai detriti. Si rimonta ora una seconda bastionata rocciosa, quasi del tutto sepolta dai depositi glaciali, giungendo a breve distanza dal colletto a quota 3015m che separa la Testa Nera dal massiccio della Lera, a N, e si attacca a questo punto una terza bastionata, decisamente più rocciosa e ripida delle precedenti, che è solcata da due piccole incisioni appena accennate. Gli ometti e alcuni segni di vernice invitano a utilizzare quella di destra, cosa che ho fatto anche io, ma in questo modo mi sono tenuto troppo a destra, lasciandomi tentare da comode rocce poco inclinate, e avvicinato anzitempo alla base della prominenza finale. Meglio quella di sinistra, che ho percorso al ritorno! Raggiunta l’ultima zona pianeggiante a quota 3150m circa, caratterizzata da enormi blocchi plurimetrici, occorre piegare verso sinistra in direzione NO ignorando i tre canalini che salgono ripidi e stretti verso N e puntando all’apice di una falda di detrito molto svasata, che muore contro un ripido intaglio adducente alla cresta. Si supera facilmente una fascia di prasiniti violacee e ci si avvicina all’intaglio, molto ripido da affrontare e aggirabile tranquillamente a sinistra. Usciti in cresta si raggiunge facilmente e velocemente la vetta con percorso un po’ aereo ma non difficile (un solo saltino roccioso, I+, che ho rimontato e disarrampicato sul filo ma che può essere aggirato a S).

Salito e disceso nella nebbia più totale, per errore ho rimontato il terzo canalino (presenti vecchi bolli di vernice) pensando che fosse l’accesso alla cresta finale. Raggiunto un colletto strettissimo ho preso a rimontare l’espostissima cresta verso E, superando un primo muretto di circa 4m, II+, gli appigli che mi rimanevano in mano. Raggiungo un terrazzino e vedo che il tratto successivo è ancora peggio! Faccio un primo passo e, dubbioso, mi volgo indietro: un cruciale soffio di vento mi permette di vedere la Madonnina di vetta, da tutt’altra parte, alle mie spalle (Ovest). Disarrampico e tento invano un traverso per non perdere quota, ma le mie capacità non me lo permettono e così scendo il canale, riportandomi sulla retta via!

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