Lauteraarhorn Canale Sud

Lauteraarhorn Canale Sud
La gita
coste
5 15/09/2012

All’Ospizio del Grimsel Pass venerdì mattina 10-15 cm di neve fresca, temperatura bella fresca e leggera brezza che ci accompagnerà durante tutto il lungo viaggio verso l’Aarbivak. Esclusi due esseri umani appesi sulle pareti di Eldorado non incontreremo esseri viventi (animali compresi) sino alle 22 del giorno successivo. Lunghezza e solitudine. Gradini, sentiero, pietre, sabbia, pietre, pietre, pietre, ghiaccio, ghiaccio, pietre, passano indolori i 20 km per arrivare al bivacco. Aarbivak molto bello, spazioso e confortevole; c’è tutto (tre punti luce, acqua, gas, stoviglie, segnapassi solari per la toilette, qualche ricambio), dal libro del bivacco risulta una frequentazione assai scarsa, pochissimi italiani (6-8 nel 2012), pernottamento 17 frs + 5 frs gas, le bevande sono esaurite. Sabato sbagliamo attacco prendendo la seconda cascata che incontriamo anche se l’altimetro segna 2.850. Nessuna relazione riporta di tre cascate, tralasciata la prima perché appena accennata e ancora più in basso, prendiamo la seconda perché evidente e simile a quella vista sulle relazioni, ma purtroppo ce n’è una terza a quota 3.000 c.ca. Così ci ritroviamo sulla seraccata che scende dal Klein Lauteraarhorn e iniziamo ad aggirare e attraversare enormi crepacci su effimeri ponti di neve inconsistente e camminando faticosamente su 50 cm di neve fresca accumulata in canali e avvallamenti. Prendiamo quindi una rampa nevosa a sinistra che sembra raccordata con il giusto nevaio, arrivati al colletto troviamo invece un ancoraggio rinforzato per una bella doppia da 30 mt esatti che ci depositerà nel couloir su cui avremmo dovuto essere. Iniziamo quindi a salire stando principalmente sulla costola rocciosa a destra (sfasciumi, evito una pietra, ma una seconda mi arriva sul collo), nei tratti in neve sprofondiamo anche sino alle cosce. La cresta finale è su ottima roccia pulita (poca neve in qualche aggiramento a nord) e la percorriamo senza ramponi tutta a tiri, lasciamo un cordino giallo per scendere il passaggio aggettante di III+ all’inizio (la doppia si attrezza facilmente su scaglietta anche se tutte le relazioni recitano “doppia difficile da attrezzare”. Sporgendosi si può studiare il passo, che visto poi dal basso appare facile, evitando la brevissima doppia o calata). La cresta è abbastanza facile, ma sempre molto esposta e non c’è nemmeno un cordino. Dalla cima bel panorama sull’Oberland, vista ravvicinata sul Corno del Terrore e via di discesa ben evidente. Scendiamo la cresta a tiri aggirando il passo di III+ su cengia di sfasciumi e neve sulla sua destra (scendendo) e poi iniziamo una nuova esperienza: la discesa di un couloir di metri 900 in neve vergine, fresca in alto e marcia in basso. La pendenza è più a 50 gradi che non a 40 e 900 metri sono 900 metri (la nord dei Lyskamm sono 750 se non sbaglio). Arriviamo con le ultime luci del giorno alla base della cengia che permette di evitare le placconate grigie a destra (scendendo) della cascata. Poco prima delle 22 siamo al bivacco dove dormono due esseri umani diretti il giorno successivo su questa Montagna. Domenica pietre, ghiaccio, ghiaccio, pietre, pietre, pietre, sabbia, pietre, sentiero, gradini. In vetta e in qualche punto del Finsteraargletscher il cellulare prende. Tre giorni senza una nuvola in ottima compagnia. La M maiuscola su questa Montagna ci sta tutta.

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