Il tracciato originale evita il diedro con il friend verde incastrato che si vede dalla base della parete e sale alla prima sosta tramite la breve rampa poco più avanti (roccia buona con qualche passo di III); in effetti sembrerebbe la soluzione migliore visto i salti pieni di detriti che bisogna superare una volta usciti dal breve diedro.
Anzichè obliquare verso destra per una quindicina di metri, non avendo trovato soste o chiodi, siamo saliti dritti alla successiva sosta (S3) lungo una vaga e dura fessura che va completamente protetta (decisamente più facile stando leggermente a sinistra).
Sulla seconda metà del traverso (quella più esposta) ci si può proteggere subito dopo la sosta con un friend giallo, poi con un paio di ballnut (oppure un piccolo nut); nel tratto in cui bisogna scendere di qualche passo abbiamo usato un friend piccolo. In tutto il traverso ricordo un solo chiodo (ma non ne sono sicuro) e gli appigli migliori vanno cercati in alto (quindi risulta più facile per chi è
alto di statura, altrimenti un po’ meno).
Sulla prima lunghezza del gran diedro abbiamo fatto sosta su due chiodi e nut in una nicchia poco prima dell’uscita (sosta originaria ???) perchè avevamo finito il materiale, ma è consigliabile uscire e sostare sulla clessidra che sta a destra alla base della cengia.
Sulla seconda lunghezza del gran diedro invece abbiamo seguito la variante in placca poco più a destra dell’inizio del diedro stesso in quanto alla sua base la roccia è di pessima qualità (questa variante è sicuramente più dura ma quantomeno permette di evitare di scaricare sassi ai compagni di cordata poco sotto in sosta).
Nel complesso una via davvero molto bella e logica. Avvicinamento dalla Capanna Alpina. Grandissimi Marco e Raffaele!