- Accesso stradale
- parcheggio a Place Moulin
Salito al “Nacamuli” prendendo il segnavia n. 8 circa 7 minuti dopo il parcheggio a Place Moulin. Non una gran scelta, si risparmiano forse 5-10 minuti rispetto alla diramazione che sale da Prarayer, ma è ricco d’inutili sali-scendi.
Fatto la gita in relax dormendo al “Nacamuli”.
Arrivati al Col Collon “italiano”, preso subito a destra salendo in diagonale gli ammassi morenici (percorso veramente molto intuitivo) fino a intercettare i primi ometti. Ometti non abbondanti ma certamente sufficienti, specie nella parte bassa e alta del percorso (meno nel tratto mediano).
All’anticima piccola esitazione su quale fosse l’opzione migliore per arrivare in cima (200 m lineari di distanza e circa 60 di dislivello, credo).
Ho scelto di calzare i ramponi e percorrere la crestina innevata, con un po’ di cautela perchè lo scivolo ghiacciato a sinistra sul versante svizzero grandi errori non ne permette; soluzione in realtà più brutta a vederla che a farla, con neve in condizioni molto buone (2 Svizzeri prima di me l’hanno percorsa senza ramponi, ma devo dire che se la picca è inutile i ramponi fa invece piacere averli…). Ho scartato la pur logica soluzione di percorrere il “corridoio” roccioso a destra della cresta nevosa perchè l’uscita dallo stesso per prendere il pendio finale mi sembrava su roccette mobili e relativamente un po’ più esposto (ma mi è rimasto il dubbio).
La vetta è comodo e stupendo punto panoramico.
Prendendosela comoda, in 2h30′ dal “Nacamuli” si è su.
Un ringraziamento ai davvero gentili e organizzati gestori del “Nacamuli” Silvana e Giorgio.
Un saluto particolare al “diversamente giovane” ma forte Don Ivano, simpatico e dotto parroco di Bionaz, incontrato al “Nacamuli” dopo la sua annuale celebrazione della messa al Col Collon.