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Ore 4 am, rifugio Prarayer, Stefano e Alessandro mi svegliano, (c’è chi entra al Plastic a quest’ora), lauta colazione ed in marcia, sono le 5:08 am. Ci incamminiamo sul sentiero che porta all’attacco del vallone per il rifugio Nacamuli che è ancora buio pesto, speriamo di mettere presto gli sci. Con l’alba compare anche la neve e dopo soli 20 minuti di marcia le pelli cominciano a fare il loro dovere. Saliamo velocemente, forse un po’ troppo, Alessandro mi consiglia di rallentare, la giornata è ancora lunga. Usciamo dal vallone a tempo record e cominciamo la nostra danza. Alessandro e Stefano vanno avanti ad un ottimo ritmo, io monto i coltelli subito dopo aver passato Nacamuli, si comincia a scivolare ed è meglio non consumare troppe energie. Entrati sul plateau prima dell’attacco alla cresta si apre davanti ai nostri occhi un paesaggio incredibile, il vento alza mulinelli verticali lungo le creste, creando uno scenario surreale, mi fermo e scatto alcune foto. Stefano e Alessandro arrivano alla cresta Kurz (fatta con gli sci) in 4:30, li raggiungo è li trovo intenti a consultare la mappa. Per loro la giornata non è ancora finita, decidono infatti di concatenare con il Mont Broulè ( ci arriveranno in 45 minuti), per me invece la gita finisce qua, completamente appagato. “Ci vediamo alla diga” gli urlo e mi godo la discesa. La neve, trasformata e compatta nella prima metà fino al Nacamuli (saluto il simpatico Bolognese ed i Valdostani conosciuti al rifugio) diventa piuttosto bagnata e addirittura marcia nella parte finale, ma è pur sempre metà maggio! Nel complesso giornata ideale, nonostante il vento in vetta. Allego foto di Stefano avvolto dalle spire del vento.