Via molto bella! L’apoteosi delle rigole. Abbiamo impiegato 9 ore per percorrerla tutta, non abbiamo mai usato i friend e neppure i nut. Sconsiglio di portarsi delle protezioni veloci, bastano rinvii e fettucce. La via è abbastanza protetta nei passaggi più tecnici, ma è meglio non cadere, richiede una buona dose di ingaggio. Nella parte bassa la roccia non è sempre solida, bisogna fare attenzione, soprattutto con delle cordate sotto. L’avvicinamento dall’auto non è così breve, dopo aver raggiunto il rifugio, comincia il sentiero che va preso tutto a destra, traccia che comincia subito nel bosco, sentiero terroso, fate attenzione a non sbagliare, non dovete proseguire per lo sterrato. Abbiamo dormito in tenda a poca distanza dalla parete, in prossimità dell’omino che segnala il bivio per la traccia che conduce alla parete. Il punto è ideale per bivaccare perchè è a poca distanza dalla fonte d’acqua, dove si possono ricaricare le borracce prima della salita. (non vi era abbastanza spazio per posizionare la tenda, per cui ci siamo ricavati una piazzola scavando tra i sassi). Siamo partiti alle 7 dalla tenda, dopo un lungo traverso abbiamo raggiunto l’attacco alle 7,30, la via è l’ultima a sinistra guardando la parete, si riconosce da un grosso omino alla base, si risale un canale e si ci ritrova davanti a una sosta con vecchi cordoni allego foto. Siamo arrivati in vetta alle 16,30. La via rimane tutta la mattina all’ombra. Le prime lunghezze le abbiamo trovate bagnate, non è stato facile superare alcuni passaggi di placca poco protetti con le scarpette bagnate, forse è stato più difficile superare i V al mattino che i tiri di VII- del pomeriggio. La discesa è super segnalata con bollini rossi, ben attrezzata con cavo d’acciaio. alle 20 eravamo giù al rifugio dopo aver smontato la tenda ci siamo diretti al rifugio dove ci hanno riservato una calorosa accoglienza, la rifugista è molto gentile, ci ha fatto fare una super colazione con il bis! Con il fortissimo Fabio, che qui è di casa ora mai, in alterno.