Jungfrau Via Normale dallo Jungfraujoch

Jungfrau Via Normale dallo Jungfraujoch
La gita
gondolin
4 19/06/2022

Siamo partiti con relativa calma alle 4.35 dalla Monchjochhutte, e siamo scesi piuttosto speditamente sulla pista sino a quota 3.460 m circa, nei pressi dello “snow fun park”, per poi percorrere lo Jungfraufirn ancora in leggera discesa per raggiungere la cresta est del Rottalhorn intorno a quota 3.400 m. Nonostante la notte serena, il rigelo notturno è stato assente, e la neve è già a tratti pesante e non portante, fortunatamente ci sono tracce già abbondantemente utilizzate che consentono di camminare abbastanza agevolmente. Una volta raggiunta la cresta rocciosa, saliamo sino al pluviometro , poi togliamo i ramponi e cominciamo a salire a tratti su sentiero “sfasciumoso” ed tratti su roccia, con facili passi di arrampicata di I/II grado. Una volta raggiunta la fessura/diedro di II/III grado, la superiamo celermente in conserva e poi andiamo verso destra, dove una cordata sta attaccando ad arrampicare su una paretina piuttosto verticale dall’aspetto alquanto ostico. Dopo qualche scambio di parole ed opinioni, ci convinciamo di avere sbagliato via e decidiamo di tornare sui nostri passi: disarrampichiamo la fessura/diedro, e poi riscendiamo oltre sino a rimettere piede sul ghiacciaio. Percorriamo il ghiacciaio in direzione sud per un pò, pensando di aggirare la cresta est del Rottalhorn, quando vediamo una cordata percorrere una cengia a sinistra del punto in cui ci eravamo fermati: proviamo a cercare la relazione con il cellulare, che in quel momento ha ricezione dati, e così ci rendiamo conto di avere “toppato” in pieno. Dopo un congruo numero di imprecazioni ed improperi agli infausti dei dell’alpinismo, ritorniamo sui nostri passi, risaliamo nuovamente oltre la fessura/diedro, poi andiamo verso sinistra e finalmente imbocchiamo la cengia giusta, dopo la quale si sale di nuovo arrampicando per facili placche di roccia sino a guadagnare nuovamente un ampio crinale nevoso che porta sul versante nord del Rottalhorn. Una volta giunti sul versante nord del Rottalhorn, traversiamo obliquamente, oltrepassiamo la terminale per poi risalire il ripido pendio di circa 50 ° che porta alla Rottalsattel. Da qui si percorre la dorsale sud-ovest della Jungfrau su pendenze a tratti accentuate (anche oltre 40°) sino a guadagnare le facili rocce frammiste a neve della pala sommitale che depositano sulla vetta. Come già accaduto il giorno precedente sul Monch, anche oggi abbiamo la vetta tutta per noi, ma decidiamo di non indugiare troppo, vista l’ora un pò tarda a causa dell’errore di itinerario e la neve sempre più pesante e bagnata a causa delle inusuali alte temperature. La discesa sino alla Rottalsattel procede piuttosto speditamente e senza intoppi: la neve è già piuttosto pesante e sfondosa nell’ultimo pendio prima del colle, in ogni caso tiene abbastanza bene e non si sprofonda troppo. Il pendio ripido che scende dalla Rottalsattel e supera la terminale lo ripercorriamo faccia a monte e con la dovuta circospezione: la neve è molto bagnata e cedevole, ma le ottime tracce già presenti consentono di scendere abbastanza agevolmente. Il ponte di neve sulla terminale utilizzato al mattino è ormai caduto, ma con un breve salto si riesce comunque a passare. Ci portiamo quindi sul traverso già percorso in salita, ma intorno a quota 3.850 m. tralasciamo il percorso a ritroso e scendiamo dal pendio nord tra Rottalhorn e Jungfrau, sulla traccia fatta quella mattina stessa da una guida con i propri clienti, che avevamo conosciuto la sera prima alla Monchjochhutte. Il pendio è piuttosto ripido ed in parte ingombro per una valanga piccola caduta nella notte, ma stando un pò sul fianco esterno dello scaricamento si procede senza problemi. Più si scende di quota e più la neve diventa cedevole e sfondosa, negli ultimi 100 metri di dislivello ad ogni passo si affonda almeno fino al ginocchio ad ogni passo: discesa eccezionalmente redditizia ma molto faticosa, che ci consente di arrivare di nuovo sul tratto pianeggiante dello Jungfraufirn in tempi relativamente rapidi, per poi risalire allo Jungraujoch e riprendere il trenino rosso per rientrare a Grindelwald.

Secondo giorno della trasferta in terra elvetica, sempre in compagnia dei Confratelli Andrea l’Occitano e Luca il Libero-battitore: l’errore di percorso ci ha fatto perdere un’ora di tempo, ma nonostante questo siamo arrivati in vetta ad in tempi accettabili; la discesa è stata invece particolarmente faticosa per la neve non portante sempre più pesante. Nonostante questi lievi intoppi è stata una gita splendida insieme ai compagni di tante salite e scorribande per i monti. Una volta scesi a valle, qualcuno si concede un tuffo rinfrescante nel lago di Brienz, e poi pasto e consone libagioni a Iseltwald sul lungolago.

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