Jomson – Lo Manthang Trekking del Regno proibito del Mustang o Regno di Lo

Jomson – Lo Manthang Trekking del Regno proibito del Mustang o Regno di Lo
La gita
giada
5 19/08/2014

Periodo ideale per fare il trekking è da Aprile/Maggio a Settembre/Ottobre. Il periodo più interessante per una visita è quello del Tiji festival, che si svolge tra la metà e la fine di maggio. Rito per scacciare i demoni, dove i partecipanti in maschera e costumi antichissimi, per tre giorni danzano e si esibiscono in questi riti magici, vincendo infine sul male.
Noi abbiamo fatto il trekking dal 19 al 27 Agosto e non abbiamo potuto fare l’itinerario lungo il fiume Kali Gandaki perchè il fiume non era guadabile, così abbiamo fatto avanti e indietro lungo lo stesso itinerario a parte qualche variante. Al ritorno abbiamo fatto due tappe in una, facendo in jeep il tratto da Ghemi a Chele e poi da Chele a Kangbeni a piedi. Aggiungendo così una visita a Muktinath m.3760 (luogo di pellegrinaggio sacro per induisti e buddisti) utilizzando le jeep.

Trekking di “ripiego” visto che l’idea era di andare in Tibet a fare il Cora del Kailash, ma i cinesi hanno chiuso la frontiera e così ci siamo ritrovati in Mustang, un bellissimo angolo di Tibet “vero” in Nepal dove si può scoprire l’immensa cultura tibetana.
Gran bel giro, molto interessante paesaggisticamente e culturalmente. Luoghi che toccano l’anima e stupiscono gli occhi. Un viaggio nel tempo, in un paradiso sulla terra. Luoghi avvolti dal mistero e intrisi di una magia speciale, dove il tempo si è fermato. Un fascino ipnotico, il Mustang conserva la propria profonda cultura tibetana, un luogo incantevole e incontaminato, non per niente è il Regno Proibito del Mustang, che significa Pianura fertile, o Regno di Lo : il Vento. E nome non poteva esser più appropriato visto che il vento soffia sempre, più o meno forte.
Molto bello l’incontro con la popolazione tibetana, umile e fiera, silenziosa come il luogo che abita! Sempre sorridente e cordiale, con una luce speciale negli occhi e uno sguardo fiero e dignitoso. Il tempo qui scorre lento, seguendo i ritmi dei pastori e dei contadini. Gli spostamenti e le distanze si contano in giorni di cammino e non in km. Molti animali dallo sguardo gentile (dzos incrocio tra mucca e yack, pecore, capre, cavalli) al pascolo e molti campi coltivati nei dintorni dei villaggi, con colori che spaziano dal giallo al verde, all’ocra, al rosa antico del grano saraceno. Visti molti meli con enormi campi cintati da mura per il vento. Oasi di alberi verdi intorno ai piccoli villaggi e terrazze coltivate che contrastano con l’aspro e arido altopiano lunare, solcato da profondi canyon. Le verticali pareti rocciose sono tutte bucate da antichissime grotte.
Abbiamo visitato diversi monasteri e templi buddisti nei vari villaggi. A Lo Manthang (capitale di Lo: il Vento) dove abbiamo soggiornato due giorni, abbiamo anche incontrato e conosciuto Luigi, un italiano che sovraintende ai restauri dei monasteri buddisti tibetani di Lo Manthang, veri tesori del Mustang, gioielli della profonda e immensa millenaria cultura tibetana. Templi dove abbiamo potuto ammirare affreschi, mandala, tanka e statue di rara bellezza e vecchissimi manoscritti gelosamente custoditi e tramandati da millenni. Quando abbiamo alloggiato vicino ai monasteri, al mattino siamo stati sempre piacevolmente svegliati dai gong dei monaci che risuonavano magici a intervalli regolari in tutta la valle.
Il fascino misterioso che avvolge questo luogo è in buona parte dovuto al fatto che il Mustang è stato chiuso ai turisti fino al 1992, dopo è stato aperto con notevoli limitazioni all’accesso, circa 1000/1500 permessi annui, per evitare che il turismo di massa possa alterare gli equilibri di questa culla della cultura tibetana e far perdere le proprie radici ed identità culturali e distruggere o contaminare questa perla himalayana. Infatti abbiamo incontrato pochissimi turisti in giro.
Da pochi anni è stata costruita una strada sterrata per collegare Lo Manthang (capitale di Lo) a Jomsom, strada a dir poco ardita in alcuni punti, che a Chele è interrotta dal fiume Kali Gandaki ed esiste solo un ponte pedonale per il suo attraversamento. Nei periodi di bassa del Kali Gandaki le jeep e i bus lo guadano e lo risalgono ma ora non era possibile, e comunque esistono delle tratte che i locali si sono divisi e bisogna fare i cambi dei vari mezzi.
Il tempo è sempre stato bello, ma la visuale sulla catena Imalayana è stata spesso compromessa dal monsone. Abbiamo trovato temperature calde per la quota, anche di notte.
La rete telefonica prende quasi ovunque, fuori che a Lo Manthamg la capitale del Regno proibito del Mustang, dove c’è solo una rete via internet.
Bellissima compagnia, non conoscevo nessuno dei partecipanti ma ci siamo trovati tutti bene assieme. Grande organizzazione da parte di Viaggia con Carlo, che era con noi, e grande professionalità di tutto lo staff, sempre pronto ad intervenire e sistemare qualunque evenienza. Eravamo in 24 più lo staff ed avevamo 20 muli per i trasporti del tutto. Abbiamo fatto il trek in tenda appoggiandoci ai lodge per l’utilizzo della sala da pranzo. Il nostro staff ci preparava colazione, pranzo e cena, oltre a vari The time durante il giorno e alla sveglia del mattino, facendo il nostro stesso percorso a piedi e precedendoci sempre. Stupefacente la torta che ci ha preparato il cuoco per la festa di fine trekking, senza avere un forno….
Queste le nostre tappe:
1° Tappa 19 agosto: Jomsom m.2720 – Kagbeni m.2810
Km. 10,9 dislivello m.321 in salita – m.226 in discesa
2° Tappa 20 agosto: Kagbeni m.2810 – Chele m.3050
Km. 15,8 dislivello m.731 in salita – m.440 in discesa
3° Tappa 21 agosto: Chele m.3050 – Syanbochen m.3800
Km. 15,3 dislivello m.1193 in salita – m.451 in discesa
4° Tappa 22 agosto: Syanbochen m.3800 – Tsarang m.3560
Km. 21 dislivello m.872 in salita – m.1074 in discesa
5° Tappa 23 agosto: Tsarang m.3560 – Lo Manthang m.3810
Km. 13,1 dislivello m.577 in salita – m.318 in discesa
24 agosto sosta a Lo Manthang
6° Tappa 25 agosto: Lo Manthang m.3810 – Ghemi m.3520
Km.23,3 dislivello m.740 in salita – m.1011 in discesa
7° Tappa 26 agosto: Ghemi m.3250 – Chele m. 3050 in jeep
Chele m.3050 – Kangbeni m.2810 a piedi
Km.15 dislivello m.477 in salita – m.665 in discesa
8° Tappa 27 agosto: Muktinath in jeep
kagbeni m.2810 – Jomsom m.2720
Km.10,9 dislivello m.226 in salita – m.321 in discesa
In totale sono 139 Km con un dislivello di m. 5484 in salita e di m. 5384 in discesa, per 7 giorni di cammino ed uno di sosta a Lo Manthang. Grazie a Paolo per i dati precisissimi.
Alcuni di noi son andati fino al passo di Thorung La m.5416 rientrando due giorni dopo a Pokhara.
Dopo il trekking in Mustang visita culturale di Pokhara e Katmandu con il suo quartiere di Thamel dove abbiamo alloggiato, il tempio buddista Monkey Temple di Swayambhunath da dove si domina Katmandu dall’alto, il tempio indù di Pashupatinath dove abbiamo assistito alle cerimonie della cremazione, lo Stupa Buddista Tibetano di Bodnath, lo stupa più grande del Nepal e il più grande fuori del Tibet, davanti al suo ingresso vi è un monastero buddista tibetano dove ho assistito ad una cerimonia particolarmente coinvolgente e magica che mi ha toccato nel profondo dell’anima. Un altro monastero buddista: il Kopan Monastery sulla collina di Katmandu dove studiano tantissimi monaci. La città di Patan (patrimonio dell’Unesco) con la splendida Durbar Square, il tempio dell’Oro…. La città di Bhaktapur (patrimonio dell’Unesco) anche lei con la Durbar Square e i suoi innumerevoli monumenti, e il palazzo con 55 finestre…
Un grazie all’organizzazione e ai miei 23 compagni di viaggio: Carlo, Alberto, Alessandra, Alice, Andrea, Bianca, Borja, Chiara, Chiara, Cinzia, Daniele, Enrico, Francesco, Lorenzo, Loris, Luca, Matteo, Maurizia, Micaela, Michela, Paolo, Sauro, Vincenzo.
Un grazie particolare a due persone: Cinzia e Mariarosa, (chi prima, chi dopo) che hanno fatto in modo che potessi arrivare a fare questo Trekking.

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