Jardin (Aiguille du) Couloir Sud o Couloir Armand Charlet

Jardin (Aiguille du) Couloir Sud o Couloir Armand Charlet
La gita

Saliti dal couloir Armand Charlet e, dopo la concatenazione della Jardin, Grande Rocheuse e Aiguille Verte, scesi dal canalone Whymper.
Condizioni generali buone, con discreto rigelo. Terminale alla base del couloir Charlet chiusa, superabile grazie a una grande rigola al centro, che oppone una decina di metri assai ripidi e un po’ ghiacciati, da salire con tecnica di piolet traction. Poi, un tratto di misto sulla destra, con qualche passo delicato di arrampicata (fino al IV inf.). Un po’ difficile trovare la via (tutto il terreno roccioso si equivale), ma alcuni cordoni di calata aiutano a reperirsi. Si può utilizzare qualche friend e cordino per proteggersi. Segue la parte in neve dura, portante, quasi mai ghiacciata (non abbiamo usato viti). Se non c’è visibilità lunare (come nel nostro caso, è importante salire obliquando costantemente verso sinistra. Nella parte alta abbiamo preso la diramazione a destra del gendarme in cresta, forse un po’ più ripida, ma che permette di ridurre i tempi. Nonostante i passaggi precedenti, la cresta era da tracciare per via delle recenti nevicate: mai difficile ma assai delicata, anche perché carica di neve (ma quasi sempre priva di ghiaccio). Una volta ritornati al colle Charlet e aggirato l’omonimo gendarme le difficoltà terminano. Discesa dal canalone Whymper piuttosto sicura: nessuna scarica di sassi, nonostante il grande caldo. Numero di doppie intorno alla ventina (molte da 60 metri, altre da 30): un po’ difficili da reperire quelle a metà canale, quando ci si deve spostare verso la sinistra orografica. Attenzione ad alcuni ancoraggi labili, che conviene rinforzare. Terminale chiusa, ma presenta un salto strapiombante di 5/6 metri che implica, per l’ultima doppia, di calarsi nel vuoto. Meglio non affrontare la discesa dopo le ore 8. Tempi: partenza dal Couvercle ore 0,40; Jardin ore 6,30; Verte ore 8. Discesa del canalone: quasi 3 ore. Rientro al rifugio ore 12,30.

Salita di Luca (che con questo trittico conclude la collezione degli 82 Quattromila alpini) con la guida Pietro Picco, sempre impeccabile, cui va tutta la gratitudine.

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