Jean Charrey (Punta) – Spigolo Bozzetti

Jean Charrey (Punta) – Spigolo Bozzetti
La gita
bertu66
4 01/08/2009

Bella arrampicata di stampo classico, su roccia mediamente solida ma che richiede attenzione per qualche blocco e lama instabile, spesso ricoperta di licheni, da evitare in caso di pioggia. Valutabile sul TD-, 270 m di dislivello e circa 320 di sviluppo; i tiri di corda sono sempre piuttosto brevi, sui 30 m.
Riprendiamo la descrizione dell’itinerario riportando quello da noi seguito, che, soprattutto nella parte alta, si scosta alquanto dallo schema reperibile sul sito del rifugio Crete Seche ma coincide piuttosto bene con la descrizione di Vaucher (Alpi Pennine, le 100 più belle ascensioni). Rispetto ai suoi tempi (1979) le soste sono nuove ed ottime ( due spit con cordoni), ma l’impegno della salita non è molto cambiato: chiodi ravvicinati solo nei tratti più duri (aperti in artificiale), molto rari per il resto, pertanto l’itinerario è spesso un po’ da cercare.
1) Si attacca alla base dello spigolo risalendo un’evidente rampa verso sinistra, fino a terrazzino (3+).
2) Si segue una fessura e un diedro obliquo verso destra, ritornando poi a sinistra su un gradino (4+).
3-4) Si segue lo sperone con difficoltà discontinue (4 poi 3), fino a un terrazzino dove lo spigolo diventa affilato.
5) Ignorare una sosta con vecchi cordoni in alto a sinistra dello spigolo che può indurre in errore, salire verso destra e seguire il filo dello spigolo, che diventa assai aereo, superando alcuni piccoli strapiombi fino a un terrazzino alla base di un diedro (4+)
6) Continuare sullo spigolo, inizialmente a sx, poi scavalcarlo alla base di un strapiombo, continuando fino alla sosta alla base di una placconata con licheni a dx dello spigolo (4+).
7) Superare la placconata salendo in obliquo (5-5+, 3 chiodi) e uscire più facilmente sull’affilato spigolo, che si segue fino a un comodo terrazzino alla base di un muro verticale levigato e solcato da una fessura (spit ben visibile in alto sulla placca)
8) Superare il suddetto muro obliquando poi a sx. (6a oppure A0; A1 secondo Vaucher)
9) Continuare sullo spigolo superando un risalto strapiombante ma con ottime prese (occhio a quelle non sicure!), traversare pochi metri verso dx fino a sosta sotto altro ripido risalto (5-5+).
10) Traversare a dx in orizzontale qualche metro e salire verticalmente verso un ripido diedro che si risale fino al termine (6a oppure A0; VI –A2-V+ secondo Vaucher). Probabilmente l’itinerario proposto sul sito de rifugio prevede di traversare a sx e salire per placche, forse più facile ma molto poco evidente.
11) Superare placche con fessure a dx dello spigolo (chiodi) e arrivare a sosta sul filo poco più in alto ( 4+ e 5)
12) Salire ancora un tratto sulla dx, poi tornare sul filo verso un diedro che conduce sulla cresta sommitale poco a sinistra della vetta (4+).
13) Si può raggiungere la vetta superando l’ultimo mezzo tiro della via Brontolo Balakov (3+)
Per la discesa 2 possibilità:
1) In doppia su Brontolo Balakov, dopo la prima che conduce all’intaglio, sono consigliabili calate brevi (25 m)… noiosa ma tranquilla
2) Più impegnativa ma molto più interessante, consiste nell’effettuare la traversata fino alla Vierge de l’Arolette, aggiungendo almeno un’ora di arrampicata facile in cresta (II, tratti di III). Seguire la cresta verso N aggirando la seconda e scavalcando la terza vetta del Trident de l’Arolette, (con successiva calata in doppia). Proseguire con facile arrampicata fino in cima alla Vierge de l’Arolette (m 2960), da cui si scende lungo la cresta N effettuando 4-5 doppie da 25 m (attrezzate) fino al Col de l’Arolette. Di qui a destra su pietraie o neve si scende verso la base della parete della Vierge raggiungendo il percorso di accesso per l’attacco della via.
Alberto e Giovanni

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