Island Peak (Imja Tse)

Island Peak (Imja Tse)
La gita
giada
5 23/10/2010

Traccia tranquilla, crepacci ben visibili ed evitabili, ultimo tratto sui 60° max per 120 metri circa, corde fisse presenti sino in vetta.
Prima parte di salita su sentiero, nella parte rocciosa qualche passaggio di I° e una breve cresta rocciosa per arrivare sul ghiacciaio.

22 Ottobre: partiamo da Chhukung per il campo base posto a circa 5100 metri di quota; il panorama è straordinario, tutto è reso ancora più magico e glaciale da una leggera nevicata che c’è stata stanotte, e l’ambiente da l’idea del freddo che fa se ce ne fosse bisogno. Siamo in 13, Claudio e Luciano purtroppo ieri si sono fermati a Dingboche per problemi di influenza e quota e Guido e Mario si fermano oggi a Chhukung per lo stesso motivo. Ci accompagnano al campo base dell’Island Peak Bruno e Patrizia che per loro scelta non hanno in programma la salita, rientreranno nel pomeriggio a Chhukung. Il tempo è bello e fa vento, arrivati al campo ci sistemiamo nelle tende preparate ieri da Bahatur e subito ci viene offerto l’immancabile the! Nel pomeriggio facciamo un giretto dietro al campo a vedere l’impressionante lago che è sempre avvolto da una nuvola di sabbia. Salutiamo Bruno e Patrizia che rientrano e dopo un girovagare pomeridiano alle 5 ci viene servita la cena dai nostri sherpa. Alle 6.30 siamo nei sacchi a pelo, ma di dormire non se ne parla a quest’ora.

23 ottobre: sveglia alle 2.30, ci prepariamo e facciamo colazione nella tenda mensa, non fa molto freddo ed è coperto. Alle 3.30 siamo tutti pronti e partiamo, con noi oggi abbiamo un climbing sherpa d’alta quota che affianca Plamen. Durante al salita soffro un pò il caldo, ma salendo la temperatura cala, le nuvole si dissolvono e appaiono le stelle, con lo spuntare del sole siamo alla fine delle rocce e ci prepariamo al tratto su ghiacciaio, davanti a noi ci sono già molte cordate, siamo a meno 15°. Purtroppo Giovanni arrivati al ghiacciaio getta la spugna e scende a malincuore, lo ritroveremo oggi al campo base.
Partiamo e lentamente arriviamo sotto allo scivolo, la quota si fa fentire, fiancheggiamo dei crepacci enormi, tutto il percorso è tracciato e splendidamente innevato. Lo spettacolo è grandioso: crepacci e seracchi, pareti di ghiaccio ci circondano, montagne altissime fanno da corona alla nostra salita e tutto assume una maestosa grandiosità! Le montagne che appaiono fanno impressione, e a vista d’occhio è tutto un rincorrersi di picchi bianchi, naturalmente tutti molto alti, solchi di ghiacciai e morene lunghissimi e l’emozione sale a mille!
Ognuno di noi è immerso nei suoi pensieri, c’è molta gente che sale e scende, un gran caos.
Ci sono le corde fisse sullo scivolo e sulla cresta che vengono usate da tutti, invece Plamen con l’aiuto dello sherpa attrezza la salita per noi con le corde che ha portato e che utilizzeremo per scendere in corda doppia in modo da essere autonomi, più sicuri e veloci!
Partiamo per primi Camillo, Giovanna ed io, mano a mano ci seguono a turno gli altri sulle corde. Quando siamo sulla cresta rimango senza parole: il Nuptse e di fianco il Lhotse: è lì davanti a me, grande, enorme! Sono a quasi 6200 metri e lui è ancora oltre 2300 metri più in alto….sento il vento che soffia lassù, fa un’impressionante paura anche da qua! Guardo verso la cresta che ci porta in vetta e appare il Makalu: il grande nero, dall’altra parte svetta lo splendido e bianco Ama Dablam… non sono i soli, ci sono un’infinità di alte montagne, di molte gli sherpa ci hanno detto il nome ma è impossibile nominarle tutte!
Lentamente alle 10.30 giungiamo in vetta, lo scenario è semplicemente maestoso, il Lhotse è lì enorme e impressionantemente incombente sulle nostre teste, sembra di toccarlo con un dito! Davanti svetta il Makalu e intorno è un susseguirsi di montagne splendide, di lato splende l’Ama Dablam; la mia mente è volata via, immersa e dispersa nell’orizzonte e dentro di me!
I miei pensieri oggi sono molto contrastanti, ho già salito altri 6000 e le emozioni ogni volta son sempre forti e diverse anche se accomunate dalla stessa cosa, ma ogni volta è come se fosse la prima volta; ma oggi per me è un momento particolare: purtroppo pochi giorni prima della mia partenza per questo viaggio è mancato in montagna durante una gita il papà di Luca, amico e compagno di tante avventure per i monti. Quel giorno senza sapere niente ero proprio su una montagna vicino a loro dall’altro lato della val Roia mentre si consumava la tragedia!
“Ho fatto la salita all’Island Peak pensando a te Gian ed è a te che la dedico, con te condivido le emozioni e le gioie che mi ha dato e mi darà, con te, che lassù da qualche parte in mezzo al vento del Lhotse ci accompagnerai nelle nostre gite, ciao Gian…!!”
In vetta c’è posto per pochi e far le foto è cosa improba, chi è su da prima di noi non accenna a scendere e dietro di noi continua ad arrivare gente, ben presto sulla cresta e in vetta siamo tutti accalcati, l’unico modo di scendere è che gli ultimi arrivati inizino la discesa in modo da liberare la cresta per far scendere tutti dalla cima. C’è chi per far le foto preso dalla vetta si porta pericolosamente e inconsciamente sulle cornici. Finalmente qualcuno inizia a scendere e pian piano tocca a noi, ma ben presto arriva altra gente in salita sulla cresta e gli incroci sono adrenalinici. A fatica arriviamo alle nostre corde, le nostre guide ci aiutano se serve e sorvegliano la discesa, intanto aiutano anche alcuni di Carrara giunti in vetta prima e dopo di noi che avevano qualche difficoltà nella discesa. I tempi delle calate sono lunghi e fa molto freddo, quando ho guardato il termometro l’ultima volta segnava meno 20° e c’è vento, fortunatamente la giornata è splendida! Arriva ancora gente che sale mentre scendiamo, sembrano russi, che incroci tra salite e calate; decisamente non son posti per amanti della solitudine come me!
Siamo tutti assorti nei nostri pensieri, chi è alle prime esperienze con la quota e chi ne ha già avute, la vetta colpisce e i tempi dell’attesa portano inevitabilmente a scrutarci dentro e a vagare presi dalle forti emozioni che ci hanno investiti.
Finalmente siamo tutti giù dallo scivolo e quando arriva anche Plamen iniziamo la discesa. Scendiamo velocemente e alla fine delle rocce troviamo Baktha e Bahatur ad aspettarci all’inizio del sentiero: un susseguirsi di baci e abbracci e proseguiamo per il campo base dove troveremo ad attenderci l’immancabile the, e dopo aver preparato le sacche per i portatori che scendono subito a Chhukung, ci spetta un bel piatto di riso con carne stavolta! Dopo il meritato pranzo ci incamminiamo anche noi alla volta di Chhukung dove arriveremo immersi nella nebbia e alla luce delle frontali (immancabili compagne di cammino oggi) alle 7.30 di sera. Qui altri baci e abbracci da parte di chi ci aspettava e dopo cena tutti a nanna, la giornata per oggi è finita…
Un saluto e un ringraziamento a tutti i miei fantastici compagni di salita: da Plamen e Sherpa a Angelo, Attilio, Camillo, Clara, Claudio, Franca, Giovanna, Luisa, Natale, Paolo, Roberto.
Un’altra bella avventura vissuta intensamente, da aggiungere ai ricordi del cuore dove non c’è posto per l’effimero e che arricchisce la mente e lo spirito!

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