Island Peak (Imja Tse)

Island Peak (Imja Tse)
La gita
giovi71
10/10/2005

9/10/05
Siamo al villaggio di Dingboche 4350 mt. ed il gran giorno è arrivato: oggi si parte per affrontare la meta clou di tutto il viaggio, il tanto sognato Island Peak (Imja Tse) 6189 mt.
Ci alziamo fortunatamente non all’alba ma con l’adrenalina già a mille… Pronti fuori dalle tende, colazione con il resto del gruppo mentre il personale carica gli animali, abbracci, qualche lacrimuccia da parte di chi resta e poi via, verso il campo base dell’Island Peak.
Durante il percorso sosta pranzo all’ultimo villaggio della valle, Chhunkhung 4743 mt, prendiamo un po’ di sole e poi si riparte. Arriviamo al campo base nel pomeriggio, c’è ancora il sole ma sarà la stanchezza, sarà la tensione, il freddo si fa sentire e non vedo l’ora che vengano montate le tende per rifugiarmi dentro e riposare un po’ nel mio sacco piuma.
Usciamo a mangiare qualcosa per cena (praticamente alla ghiaccio) la zuppetta d’aglio questa sera è d’obbligo, ultimi accordi sull’orario e poi di nuovo in tenda cercando di dormire qualche ora prima della levataccia prevista per l’una di notte.

10/10/05
Tutti pronti, poco dopo l’una di notte siamo fuori dalle tende, per un altro pasto alla ghiaccio: la colazione ci aspetta, il freddo è piuttosto pungente ma il cielo è tutto stellato, sicuramente un buon auspicio per la giornata! Partiamo dal campo base a circa 5100 mt. che sono le 2.00, ci aspettano oltre 1000 mt. di dislivello, che a quelle quote non sono pochi (anche se il diamox ha funzionato alla grande per tutto il resto del viaggio). Il primo tratto di pietraia è ripidissimo, non particolarmente difficoltoso, ma devo spesso fare respiri profondi per poter proseguire ed ogni passo mi pesa molto. Una crestina rocciosa un po’ esposta è l’ultimo ostacolo da superare prima dell’attacco al ghiacciaio; uno del gruppo non se la sente di proseguire e getta la spugna.
Superiamo la crestina in pochissimo tempo ed arriviamo ai piedi del ghiacciaio mentre sta albeggiando. Rimaniamo fermi per circa mezz’ora, la ns. guida d’alta quota deve aiutare un altro gruppo, peccato che quello sia proprio il momento più freddo di tutta la giornata e le mie mani risentano in modo particolare della bassa temperatura. Mentre siamo fermi lo spettacolo che si presenta davanti a noi è indescrivibile, le pareti di ghiaccio che ci circondano ed il cielo assumono dei colori meravigliosi, un emozione che mi rimarrà dentro per tutta la vita. Nessuno ha il coraggio di tirare fuori la macchina fotografica, tutti troppo stanchi e comunque troppo freddo.
Grazie all’aiuto di Domenico che mi aiuta a ramponarmi e Davide che mi scalda le mani, ripartiamo tutti legati in cordata, siamo rimasti in cinque ovviamente più Gaygar, la nostra guida.
Arriviamo sul colle a poco più di 6000 mt che il sole inizia a spuntare. Il mio sguardo è subito rapito dall’ultimo tratto che porta alla vetta, altri 150/180 mt di dislivello su una parete di ghiaccio con un’inclinazione di circa 70°. Lì ci si deve slegare, proseguire con l’aiuto di piccozza e ramponi ed assicurandosi man mano alla corda fissa.
A malincuore io decido di fermarmi al colle, stanchezza a parte, le mie mani sono troppo gonfie dal freddo, non potrei in nessun modo utilizzarle per assicurarmi e non posso rischiare di mettere a repentaglio la mia vita e quella degli altri.
Anche Aldo si ferma e mi fa compagnia, mentre Davide, Domenico e Gianni partono con Gaygar per l’attacco finale alla vetta. I raggi del sole iniziano a scaldarci, mangiamo qualcosa ed intanto seguiamo con lo sguardo i nostri compagni che pian piano arrivano in cima. Mentalmente siamo con loro, felicissimi che abbiano realizzato il loro sogno.
Poco dopo le 10.00 sono già di ritorno e ci raggiungono al colle, grandi abbracci, e poi tutti insieme iniziamo la lunghissima discesa verso il campo base e poi Dingboche dove arriveremo verso le 19.00, con la calorosissima accoglienza del resto del gruppo.
Partiti il 26 settembre 2005 dall’Italia e tornati il 19 ottobre, il viaggio è stato un’esperienza bellissima, ottima la compagnia ed il supporto di tutti i compagni di viaggio che mi hanno letteralmente coccolata dal primo all’ultimo giorno. Non potevamo chiedere di meglio riguardo al nostro sirdar, Grande Kumar ed a tutto lo staff. Un abbraccio a tutti, alla prossima!

Link copiato