Intermesoli (Pizzo di), 2° Pilastro – Via Marsilii-Gizzoni

Intermesoli (Pizzo di), 2° Pilastro – Via Marsilii-Gizzoni
La gita
davec77
3 14/06/2021

Ritorno al Gran Sasso, stavolta con l’intento di completare una via che esca in cima ai Pilastri d’Intermesoli, le cui pareti dominano alte e severe la bellissima Val Maone.
Visto lo scarso stato di forma, la scelta cade sulla Marsili-Gizzoni al secondo pilastro. In realtà non è poi così facile, si tratta di una via complessivamente impegnativa e da non sottovalutare, più di quanto possano far pensare le relazioni: oltre alla roccia, che sulle difficoltà è discreta o buona ma diventa subito più rotta sul facile, bisogna considerare che le protezioni intermedie lungo i tiri sono del tutto assenti o quasi, ci saranno 3-4 chiodi di passaggio in tutta la via. Solo le soste sono tutte attrezzate con vecchi chiodi e cordoni; inoltre molti tiri sono ben più lunghi di quanto indicato in relazione.
Portare numerosi cordini, nut e una serie completa di friend (usati da BD #0.2 a BD #3). Chiodi e martello non strettamente necessari.
L1: come da relazione, boulderino relativamente duro proprio in partenza, a freddo… (40 m)
L2: come da relazione, con lungo traverso su erba e roccia detritica poi passi di IV, attenzione (45 m almeno)
L3: come da relazione (40 m)
L4: come da relazione, diedro sul IV (50 m)
L5: tiro di collegamento ma non certo camminabile, molto lungo, almeno III e roccia a tratti rotta, andare verso destra a raggiungere il forcellino, la sosta è ancora oltre (60 m)
L6: altra fessura-camino più impegnativa, fino a un ripiano (IV+/V, 40 m)
L7: si procede su erba fin dentro la spaccatura sotto il masso incastrato, che si sormonta per fessurina con bel passaggio sul V su ottima roccia ben proteggibile. Al di sopra conviene spostarsi a sinistra e sostare su una terrazza comoda, presente solo un cordone marcio su spuntone, da sostituire e integrare con BD #0.5 (35 m)
L8: poco evidente, la “guglia appuntita” è in alto e nettamente a destra, non visibilissima. Conviene tornare sulla parete a destra e traversare verso destra (IV/IV+) fino a girare uno spigolino e raggiungere un piccolo ripiano al di sotto del muro con la fessura-camino chiave della via (eventuale sosta da attrezzare?). Si sale la fessura leggermente strapiombante, quindi il muro alla sua destra (qui 1 misero nut incastrato), con passaggi impegnativi e sostenuti (almeno V+ da proteggere), fino a uscire e trovare la sosta con clessidra e chiodo (50 m totali).
L9: l’unico camino evidente sopra la sosta a destra è una variante più impegnativa; ci si deve spostare nettamente a sinistra fino a vedere un altro canale-camino più facile e appoggiato, prima non visibile. Conviene attrezzare una sosta su clessidra prima di entrarvi (III/III+, 20 m; altrimenti si prosegue concatenando il tiro successivo).
L10: seguire il camino fino a una sosta su 2 ch. arancioni sulla destra (IV, 30 m).
L11: proseguire nel camino, meno facile di quanto sembri, fino a una sosta intermedia con 2 chiodi (IV/IV+, 20 m). Si può proseguire spostandosi sulle placche immediatamente a destra del camino (non banale, V) e rientrarvi più in alto dove le difficoltà iniziano a calare; alla fine si esce a destra trovando una sosta su clessidra, ormai quasi in cima al pilastro (60 m totali).
Nel complesso D+, 450 m almeno di sviluppo.
Discesa: altro discreto calcio nel sedere… completamente senza tracce né segnalazioni fino al fondovalle, neanche un ometto. Dall’ultima sosta con un passaggino di II si esce sui prati, che si salgono fino a una paretina. In quello che sembra il suo punto più debole un po’ a sinistra, si trova comunque una bella placchetta a rigole di III (buone prese ma occhio slegati e con le scarpe). Sopra si comincia a scendere e traversare a sinistra faccia a valle, sempre per prati ripidi. Attualmente ci sono ancora un paio di nevai da aggirare o attraversare. Non mi sono trovato con la relazione, ma è sempre abbastanza intuitivo se si tengono d’occhio le evidenti pareti gialle a strati, sotto le quali si scende traversando, fino a raggiungere alla fine il canalone/ghiaione buono, che va sceso tenendosi ancora a sinistra, sempre per erba, detriti e al massimo qualche passo di I. 1h45 fino al sentiero di fondovalle, 2h30 fino a Prati di Tivo.

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